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 Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi morali e sacri
VI
CONTRO UN ASTROLOGO
     Tu pur la notte, d’osservar sol vago 
de l’umane fortune i corsi oscuri, 
vigilante, del fato arbitro e mago, 
con angusto oricalco il ciel misuri; 
     e in picciol foglio poi piú d’un’imago, 
piú d’un numero tuo segni e figuri, 
linee ed angoli tiri, onde presago 
mille predici altrui casi futuri. 
     Deh! che, mentre pensoso e taciturno 
spii se sorti ne deggia o liete o felle 
prometter Giove o minacciar Saturno; 
     seguendo pur per queste fole e quelle 
la traccia del destín, qual can notturno, 
forsennato indovin, latri a le stelle.
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