Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | Un indovinarello (8 novembre 1832) | Antri tempi, antre cure, antri penzieri | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
UN BON AVVISO.
Che cchi ha ddu’ spalle come un zoccolante
Se fr...assi magara un monistero,
Nun c’è da repricà nemmanco un zero,
4E cchi disce er contrario è un ignorante.
Ma cche un stuppino sii tanto arugante,1
Un reduscelli,2 un sbusciafratte3 vero,
Senza un’oncia de fedigo4 sincero,
8J’affetterebbe5 er collo cór trinciante.6
Cueste cquà nun zo’ mmiffe7 ch’io t’appoggio:
Tu sseguita sta strada, e a la bbon’ora
11Si ppadron Pepe8 nun te dà l’alloggio.
Co’ cquella scera-vergine9 ch’accora
Tu intìgnete a ssonà ssin che l’orlòggio
14Batti er tocco pe’ tté dell’urtim’ora.
Terni, 9 novembre 1832. |
- ↑ Arrogante.
- ↑ Re-d’uccelli: piccolissimo uccellino.
- ↑ Sbucafratte: lo stesso.
- ↑ Fegato.
- ↑ Gli affetterei.
- ↑ Specie di coltello romano.
- ↑ Menzogne.
- ↑ Cognome d’un beccamorti, in Roma notissimo. [Variante non cancellata: Si er beccamorto.]
- ↑ Cera-vergine (la c strisciata).
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.