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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837
UNA COSA CHIAMA L'ANTRA
Da cqui avanti oggni vorta che ssentite
Ch’essce er Papa e sse1 sona le campane,
Uprite bbocca e ddite puro,2 dite:
“In sto momento se dispenza er pane.„3
E cquanno sentirete che sto cane
De Governo spaggnotta,4 ariuprite
La bbocca e ddite che nun zò5 llontane
Le trottate der Papa e le su’ ggite.
Er Papa ha d’annà a spasso e a le funzione;
Nun c’è ddunque antro6 mezzo pe’ llevasse7
Er popolo datorno, e vva bbenone.
E cche ffa ssi sse vòteno8 le casse?
Si9 Ddio serra una porta opre un portone.10
A ttutto s’arimedia co’ le tasse.
31 maggio 1837
- ↑ Si.
- ↑ Pure.
- ↑ Entrato il Papa in gran costernazione pel sospetto di qualche moto popolate, faceva dar pane gratis quando usciva, e sempre in luoghi i più distanti da quelli dov’egli soleva recarsi. Vedi il Sonetto intitolato [[../L'abbonnanza pe' fforza|L’abbonnanza pe' fforza]], e l’altro ivi citato alla nota 2.
- ↑ Spaccia pane.
- ↑ Non sono.
- ↑ Altro.
- ↑ Per levarsi.
- ↑ E che rileva se si vuotano, ecc.
- ↑ Se.
- ↑ Proverbio.
Note
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