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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Francesco Maria Redi
XXV
Vanarello mio cuor, che gir’intorno
Qual notturna farfalla a un debol lume,
Vi lascerai quelle superbe piume,
Onde ten vai sì follemente adorno.
5Vilipendio per te, vergogna e scorno
In quel fosco splendor fia, che s’allume,
E se non hai più che propizio un Nume,
Veggio nascer per te l’ultimo giorno.
Volgiti a miglior luce, e guarda al Cielo,
10Che ognor ti mostra sue bellezze eterne,
E a sè ti chiama con pietoso zelo:
E pur quelle lassù bellezze esterne
Altro non sono, che un oscuro velo
Di quel Bello immortal, ch’entro si scerne.
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