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C A P I T O L O LIV.
FU poscia Esopo al Re grato, e caro sempre, ed avuto in onore, e riputazione grande. Onde volendo Esopo mostrare la gratitudine, e l’amorevolezza dell’animo suo verso sua Maestà, donogli le sue maestrevoli, e dotte Favole, le quali infin’al dì d’oggi vivono, e fedelmente (credo) fin’agli ultimi secoli viveranno. Ritornò poi Esopo in Samo riccamente dal Re regalato, con lettere sue, per le quali a Samj scriveva, che per opera, ed intercessione di Esopo, egli voleva esser loro buono, ed amorevol amico, e che il desiderio del tributo se gli è totalmente spento, ed annullato, che non solamente non pensava dar loro molestia alcuna, ma volesse loro offendere, e molestare. Da tal lettera i Samj fecero allegrezza grandissima: onde in riverenza delli Dei ed a gloria di Esopo celebrarono feste pubbliche, ed a lui donando delle lodi, con molti onori, e doni riferirongli grazie onoratissime, avvenga, che Esopo tai ringraziamenti ricusasse da loro, non esser mestiero, che i Samj a lui riferissero grazie, nè anco obbligazione gli avessero alcuna, conciosiachè egli la libertà loro procurato aveva, per la sua libertà da loro ricevuta; il che era rimunerazione, degna, e debita.