< Vita di Esopo Frigio
Questo testo è stato riletto e controllato.
Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Capitolo XV
Capitolo XIV Capitolo XVI

C A P I T O L O   XV.

CIò udendo la giovane, tutta fu confusa, e d’orrore piena, come qualche orrenda, e spaventevole cosa veduto avesse, e soggiunse: Adunque tu sei Esopo, quel bel servo di Xanto? Quello stesso sono io, disse egli, come non ti pajo forse un bel fante? ed ella parendole esser uccellata ritirossi dentro seco stessa, dicendo. E, sii col mal’anno, che ti dia Iddio. Un’altra serva messa dal medesimo desio di vedere quella gran bellezza uscì fuori, e veduto Esopo; gridò O che sii sgrugnato, vedi bel ceffo di Scimione. Entra pur a posta tua, ma a me non ti approssimare.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.