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VOCABOLARIO ITALIANO DELLA LINGUA PARLATA.
A.
A. Lettera vocale, la prima dell’alfabeto, ed è communem. di genere femminile: « Un’A grande: - Due a piccole. » || In forza di sost. prendesi per Principio; ma solo nelle maniere Essere all’a, Rifarsi dall’a; Dall’a alla zeta: « In quella casa mi dovetti rifare dall’a, e comprare ogni cosa :— gli raccontai tutto dall’a alla zeta (dal principio alla fine). »
A. prep. che ordinariam. prende dopo di sè per miglior suono un d quando precede una parola incominciante per un’altra a, e spesso lo prende anche quando la parola seguente incomincia per altra vocale, secondo che è consigliato dall’orecchio. || Preposta a un infinito incominciante per la stessa vocale, spesso si tace nel parlar famil., compenetrandosi con essa, come « Ci vuol molto andar di là? Mandalo annaffiare l’orto. » || In questa stessa qualità di prep. componcsi con l’articolo, e se ne fa Al, Allo, Alla, Agli, Ai, o A’ e Alle. || Moltissime poi sono le relazioni significate da essa, delle quali noteremo le principali e più comuni.
A. — 1. Indica il termine di movimento e di direzione verso un luogo, o verso una persona o una cosa: « Andare a Roma: - Arrivare alla porta: - Mandar lettere ad uno: — Andare al cassettone ec. » A questa relazione a appartiene il modo ellittico e comune: Porta a Prato, Porta a Lucca ec., che significa Porta per cui si passa andando a Prato, a Lucca ec. || Sotto la stessa relazione comprendesi anche l’indirizzo delle lettere e di tutto ciò che si manda ad alcuno, o si dirige a qualche luogo: « Al signor N. N. - A Livorno, a Roma. » || Posta dopo moltissimi altri verbi od aggettivi, che non hanno in sè idea esplicita di moto, serve al loro compimento logico e grammaticale: « Parlare a uno: - Dare, Concedere, Attribuire, Donare, Regalare, Togliere, Negare ec. qualche cosa ad alcuno: - Amico, Nemico, Avverso, Fedele, Infedele, a qualcuno: - Pronto, Inclinato, Disposto ec. al bene, al male: - Sacro, Dedicato, Inalzato, al nome di Maria; » e spesso nelle iscrizioni tacesi l’aggettivo o un verbo d’augurio o di consacrazione: « Alle anime dei defunti: — A Dio ottimo massimo ec. » || Seguita da un nome od infinito, serve spessissimo a indicare lo scopo, il fine; ed equivale a Per: « Ad esser rispettato val più la virtù che le ricchezze: - A capire una cosa ci vuol tempo e pazienza: - L’ho fatto a utile tuo, a tuo vantaggio: — Vivere a scapito degli altri. » || Col verbo Sonare, indica il fine per cui si suona: « Sonare a morto, a festa, a messa, a vespro a raccolta ec. » || Indica anche l’effettno, la conseguenza: « Esser ferito a morte: — Battersi a sangue: — Fare una cosa a piena sodisfazione di un altro ec. » || Ed anche l’uso, l’ufficio, l’incarico, l’onorificenza e simili, al quale una persona o una cosa è riserbata, eletta, o serve; e sta in luogo di Per: « Eleggere a deputato alcuno: — Mettere a guardia della casa ec. » || L’occasione immediata, la cagione, il motivo; e spesso si premette a un infinito: « Destarsi al più piccolo rumore; Scoraggirsi alla più piccola avversità: — A vedere il generale caduto, l’esercito si sbandò; Pianse a udire quel racconto. » || L’istrumento o il mezzo, con che si opera; e sta invece di Con: « Campare a pane e acqua; Tenere un giumento a paglia; Uccidere a tradimento; Chiudere a chiave; Battersi alla pistola ec. » || Parlandosi di macchine, serve a indicare il mezzo per cui si fanno agire: « Torchio a mano, a macchina: — Mulino ad acqua, a vento, a vapore: — Orologio a cilindro, ad áncora ec. » || Il modo, la forma, la materia d’un lavoro, di un ornamento, di un’acconciatura ec.: « Lavorato a oro, a fiorami, a onde: — Fatto a rabeschi: - Muro a secco, a retta, a scarpa: — Pavimento a mattoni, ad ambrogette, a smalto ec. » || Il modo o la specie della coltivazione: « Campo a grano: - Terreno a vigna, a oliveto: - Bosco a capitozze: - Innestare a occhio, a buccia ec. » || Il modo o la specie del giuoco: « Giocare al biliardo, a carolina, ai birilli, a calabresella, alle minchiate ec. » || Le varie maniere onde uno sta, si atteggia, opera: « Se ne stava a braccia aperte; Ce ne stavamo a sedere: - Gli rispose a capo basso; a fronte alta. » || — 2. Innanzi a un sostantivo, compone con esso una maniera avverbiale, esprimente qualificazione: « Operare ad inganno: - Parlare a malizia: » lo stesso che Operare ingannevolmente, Parlare maliziosamente. || Parlandosi di Governi, denota la forma di essi: c « Reggersi a monarchia, a repubblica. » || Serve pure a indicare la maniera ond’altri è provveduto di checchessia; più spesso nella locuz. Star bene o male, e con gli adiettivi Ricco, Scarso, Stretto,e sim.: « Star bene o male a quattrini : — Stare bene o male a ingegno, a riputazione, a salute, a sostanze, a grano, a vino ec.; Ricco a denari; Scarso a giudizio. » || La somiglianza, la conformità, l’imitazione in far checchessia; ed equivale a Secondo il o la: c «Vivere all’usanza degli antichi: - Parlare al modo de’ matti: — Vestire alla moda ec. » || A quest’uso della prep. A si riferiscono i modi avv. All’antica, alla moderna, all’italiana, alla francese, alla greca, alla carlona ec.: « Vivi all’antica, parla alla moderna. » || Denota pure i segni, gl’indizj, e tutto quello, a che si riconosce checchessia, o si trae una congettura, o si forma un giudizio; e spesso equivale a Da: « All’abito, alla parlata, sembra forestiero: — Alla cera pare un galantuomo: — Riconoscere alcuno alla voce, al modo di camminare ec. » || Il confronto, il paragone; ed è lo stesso che A confronto di, Rispetto a, e sim.: « A quello che avrei da dire, non ho detto nulla: — Al bisogno che abbiamo, son pochi i quattrini. » || Il luogo, dove è una persona o una cosa, o dove si fa o avviene checchessia, ed equivale a In: « Dimorare, Stare ec. a Firenze: - Studiare a Pisa: - Statua scolpita a Roma. » || La prossimità; e sta in vece di Presso, Vicino: « Son celebri le battaglie date a Palestro, a S. Martino, a Solferino: - Piangere alla tomba di alcuno: - Sedere alla porta di chiesa. » || E in questa medesima relazione si usa in alcune proposizioni ellittiche per indicare un ponte, un borgo, un canto, una porta di città ec., premettendola al nome d’un luogo, d’una chiesa, d’un segno o d’altro, che sia quivi o poco distante; e allora per lo più vale Appresso: « Ponte a Santa Trinità, alle Grazie; Pieve a Nievole; Canto alla Macina, alle Rondini, alla Paglia, Porta a S. Gallo, a S. Giorgio ec. » || L’intervallo o la distanza di luogo, ed ha per correlativa la preposizione Da, espressa o sottintesa: « Da Firenze a Roma: — A dieci passi di distanza: — A quattro miglia da Prato: - Da parte a parte ec. » || L’intervallo o il tratto di tempo: « Di qui a un altro anno; Da oggi a domani; Da un secolo all’altro. » || Oggi a otto, Oggi a quindici, Domani a otto, e sim., sono modi che servono ad indicare quel giorno che sarà l’ottavo o il quindicesimo dal giorno d’oggi o di domani. || Accenna anche distinzione, differenza: « Dal detto al fatto c’è un gran tratto: - Da Michelangelo al Bernini c’è la sua bella differenza. » || La presenza d’alcuno a un fatto o a un’azione qualunque: e in questo senso è sempre congiunto coi verbi Essere, Trovarsi o simile: « Non posso dir nulla. perché non fui o non mi trovai al fatto: — Sono stato alle corse. » || E il trovarsi esposto ad alcuna cosa: « Stare, Rimanere al sole, Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/58 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H Il mo_do col quale l'attore o l' oratore recita o declama, o rappresentando nn’azro- ne drammatica o peroraudo: c L’ora- zione era bella; ma la pronunziò con si sgarbata azione, che non fece ef- fetto: - La G. canta bene; ma non b_a azione I E cosi Azione variata, am- mala,- Azione appropriala, nobile, af- follata, fredda,- e Io stesso dicltore è nell’azione freddo, disinvolto, affet- lalo, esagerato, ec.: c L‘azione disse Cicerone, è come un'eloquenz_a del corpo; e. ci ha luogo la voce e Il mo- vimento: - Senza I' azione non val nulla la eloquenza. r Ii III. Azione, Cia- scuna delle quote uguali, nelle quali e diviso il capitale occorrente ad una impresa: c La compagnia delle stra- de ferrate si fondò con uu capitale di cento milioni, divisi in tante azioni di 500 lire.».1La quota pagata da ciascuno di coloro che compongono quella compagnia: c Destinai tre mila lire per tante azioni delle strade fer- rate. r Ii La cartella che da titolo for- male al credito: «Tutto il mio bene Non cento azioni delle strade ferrate.» Queste azioni o sono al portatore, e allora i frutti sono pagati a chiunque presenti la cedola spiccata da essa; o sono nominali, e allora si pagano solo a colui nel cui nome sono iscritte. — Dal Iat. actio.
Azionista. a. m. Chi ha nna o più azioni in una data impresa o industria.
Azionùccia. a. f. Mala azione, ma non tanto cattiva da potersi chiamare Azionaccia: c SI, questa veramente è stata un'aziouuccia: da lui non ine Ia sarei aspettata. r
A zónzo. V. ZÒNZO.
Ażòtàto. ad. T. chim. Che contiene dell‘ azoto.
Ażoto. a. m. Sostanza elementare che entra nella composizione del- l’aria; ma che sola non basta a man- tenere la respirazione. — Dal gr. Curi}, Vita ed a privat.
Azza. s. f. T. alor. Sorta d' arme in asta? con ferro in cima e a traverso, dall una delle parti appuntato, e dal- l‘altra a guisa di niartello.— — Ha co- mune con ascia l’ origine.
Azzampàto. ad. Bene o l'ilals az- zampato, dicesi dei cani da caccia che hanno belle o brutte zampe, cioè più o meno atte al loro nflieio.
Azzannaménto. a. m. Lo stesso che Azzaunatura.
Azzannare. tr. Pigliar colle zanne, Addentare; detto propriam. di ani- male, e per estens. anche d’ uomo. l’art. p. AZZANNATO.
Azzannàta. a. f. L’atto dell’azzan- narc: x Gli diede uu‘azzaunata, e gli lacerò una gamba:-— Con un'azzan- nata l' ammazzò. u
Azzannatùra. s. f. L’ atto e L’ ef- fetto dell’azzauuare.
Aiiardare. tr. Mettere in azzardo, Arrischiarc: «Ho azzardato una bella somma in quell' impresa. a || Azzar- dare una proposizione,Proferirla sen- za considerazione, e con troppa ar- ditezza..|| intr. Avventurarsi, Cimen- tarsi: «E uu uorto che azzarda trop- po. r Il rifl. Arrischiarsi, Avventurarsi: c Gli volevo chiedere un favore, ma non mi sono azzardato. r l’art. p. Az- ZARDATO.||In forma d'ad. Arrischia- to: c Codesti son discorsi azzardati, r cioè alquanto imprudenti.
Aiiardo. s. m. Rischio a cui uno si espone, Pericolo, Cimento. || Giunchi d’ azzardo, Quelli dove non è posta fissa, ma si mette via via a piacere: detti anche, e meglio, Giuochi di sorte. .1 Metterai all’azzardo, o a un azzardo, Avventurarsi o Mettersi a un peri- colo: c Ma sai che, passando solo da
nella strada, ti se’messo a uu bel- l azzardo. r -— Dal fr. haaard.
Aiiardòso. ad. Rischioso, Che ha in se molto rischio o pericolo.||Di persona, Che facilmente si azzarda: s E troppo azzardoso° e una volta o l' altra si rompe il collo. r
Azzeccare. tr. Attaccare, Accoc- care, preso dalla zecca, che è un in- setto il quale si appicca tenacemente addosso a’ cani, alle pecore ec.|| Ge- neralmente si riferisce a colpi, per- cosse per Vibrare, Menare: «Gli az- zeccò un pugno, che lo fece trabal- lare. r II Azzeccarla a uno, è lo stesso che Accoccargliela: c E’ gliel’ha az- zeccata. r Il Azzeccare o Azzeccarci, Indovinare per via d' ingegno, di ac- corgiinento, e anche per caso: s Dissi che pioveva, e ci ho azzeccato. r Un giocator di Iotto dirà che ha azzeccato 2m. numero, quando gli sorte. Il Azzec- carla o Azzeccarci, Riuscirti bene un’opera o di mano o d' ingegno. Un' artista dice che L’ha azzeccata, o, ci ha azzeccato, quando ha saputo rappresentare eccellentemeute il suo concetto; o quando ad una figura ha saputo dare quell’ attitudine, quel- l' espressione, che le è propria. I| Non azzeccame una, diciamo a chi sbaglia continuamente. H Azzeccare, Avere in sorte, Combinare: c Azzeccammo una giornata di paradiso quando_si fece quella passeggiata. r||aasol..- « E un‘az- zeccarci, sapete? Azzeccar bene è un miracolo. r || O ci da, o ci azzecca, fa- miliarmente come O ci da, o c'in- ciampo, e denota che nno è solito aver disgrazia in qualunque cosa si metta a fare. || Dicesi pure per ischer- zo incontrando persona di molta con- fidenza, quasi a significare che è in- contro pericoloso o non buono: « Gua' chi c’è! Non Io dico io che oci do o ci azzecco? r l’art. p. AZZECCATO. — Da zécca, specie d’ insetto.
Azzicare. tr. Muovere minimamen- te. .5 rifl. Muoversi: I Son tutto dolo- ri, che non mi azzicoa l’art. p. Az- ZICATO.
Aiiima. s. f. Pasta senza lievito.
_Aiiimare. tr. e rifl. Vestire o Ve- stirsi con ricercatezza, Profumarsi, Lisciarsi. l’art. p. Azzmrro.“ In forma d’ad..- c Giovane azzimato.»
Aziimèlla. s. f. Cialda fatta di pasta azzrma, che gli Ebrei sogliouo fare per la loro Pasqua.
Aììimlna. s. f. Catenella o pintto- sto Lavoro d' intarsio d’argento o d' oro sopra ad acciaio o altro me- tallo in forma di piccole piastre.
Aìiimino. ad. Di Iavorl fatti a imi- tazione di quelli di Azzimina.
Aiiimo. ad. Che uon è lievitato, detto propriamente del pane che ad0prau gli Ebrei celebrando la Pa- squa. H In forza di sost. Gli animi, La Pasqua degli Ebrei. — Dal gr. dgtpog.
Azzittire. tr. Far tacere, Far rima- nere zitto: c Faceva il galletto, e di- ceva mille fandonie: ma con un‘ oc- chiata lo azzittii.» || rifl. Tacersi o per corruccio, o per paura: c Aveva cominciato a scioglicr lo scilingua- gnolo; ma, veduto il superiore, si az- zittl. r Part. p. Azzrr'rrro.
Azzoppire ed anche Azzoppare. tr. Far diventar zoppo, Esser cagione che altri diventi zoppo: c Lo chiappò in una gamba, e l’azzoppi. r l’art. p. Azzorprro e AZZOPPATO.
Azzufl‘aménto. a. m. L’ azzufl‘arsi, Zntia. '
Azzufl'are. recipr. Fare zufl‘a, Ve- nire alle mani due o più persone; e per estens. si dice anche di animali. n Si dice pure di milizie, e anche di animali. l’art. p. AZZUl-‘l-‘ATO.
Aiiurreggiare. intr. Pendere al co- lor azzurro: s Il mare in calma az- zurréggia, perchè riflette ll cielo se- reno. r l’art. p. AZZURREGGIATO.
Aiiurrétto. dim. di Azzurro; Az- zurrognolo.
Aiiurrlccio. ad. Che partecipa del- l'azzurro, Che pende in azzurro: c La madreperla è azzurriccia, o ha l'az- zurricclo. r
Ażżurrlgno. ad. Che ha dell‘azzur- ro, Azzurriccio.
Ażżurrlno. a .Di colore azzurro delicato, e piut osto chiaro.
Ażżurro. ad. Di colore alquanto più pieno del celeste e che anche si dice turchino, quantunque più chiaro di questo..JIn forza di sost. Color az- zurro. ed anche La stofl‘a tinta di questo colore: s Vestir d'azzurro. r “Azzurro oltranzarina, Colore più pieno e più vivo deII‘ azzurro ordi- nario, e si fa col lapislazzuli.— — DaI pers. lazflr.
Ażżurrògnolo. ad. Che pende nel- l' azzurro.