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M.
M. Uudccima lettera del nostro al- fabeto, ottava delle consonauti e se- conda dellc semivocali. Si pronunzia emme, e si fa tanto maschile quauto femminilc. lNei nnmeri romani signi- fica Millel M. abbreviatura di Mae- stà. V. lit. Vostra Maestà. LL. MM. Le Loro Maestà.
Ma. Congiunzione che avversa o distingue, o limita, o modifica: c on lo fece per ofl‘enderlo, ma per cor- reggerlo:— buono, ma se ne tien troppo:— Mangia dimolto, ma non si satolla. s [l Posta in principio di mem- bro di un periodo, talora e corretti- va: c Ora tratterò del secondo punto, ma non vorrei abusare della vostra pazienza. 0 || Talvolta è aggiuntiva, e in tal senso le si soggiunge più spesso anche: c Non solo cantò, ma volle an- che ballarc. s || Talora serve all‘enfa- si: c Ma si che ti voglio bene !-Ma no che non lo devi farez-Ma che bella seratal-Ma che bue che tu sei! x || Alle volte si usa quasi a modo di l'i- sentimento: c Ma che pretendi?-Ma che ci vieni a fare qui? s IlUsata el- litticam. Accenna dubbio, o ignoran- za: c Chi è quell’ uomo?— Ma! (cioè non lo so): — Ma! non credo. n I} Usasî pleonasticam. anche innanzi ad altra cong. come Pure, Però, Nandimena, Nonostante, T uuauia.“ Nel linguag- gio familiare usasi innanzi a un adict- tivo ripetuto per recare quasi al su- perlativo la qualità. della cosa: e un ragazzo buono, ma buonoz-Ila molta ma molta roba. 0 ;i E come “HL: «Il se e il ma sono il patrimonio de‘ minchioni: — Il se e il ma son due corbellerie da Adamo in qua (perchò i dubbj e l’esitanze nocciono sem- pre al buon successo delle cose): — Ragiona sempre a forza di se e di ma. 0 H Non c'è ma che tenga, sogliamo dire allorché non si ammettono obie- zioni, scuse, e simili: «Se vuole. lo faro, ma...:— Non c‘è ma che. tenga; lei lo deve fare. t-Dal lat. magia, per mezzo del provenz. mao, addi- venuto di poi ma’ nell' antico vol- gare.
Ma‘. Forma apocopata di Mai, e usasi più spesso nel modo Se ma'mai: «Se ma’ mai tu lo vedi, pregalo che passi da me. 0 Ma è modo volgare.
Macaoco. s. m. Specie di scimmia con lunga coda, natiche nude e cal- losc, di pelo tendente al verde.
Macca. s. f. Grande abbondanza: c In mercato c’è la macca degli nc- celli. s Voce familiare. — Probabilm. è forma varia di mucca, che Bl usò per Gran quantità.
Maccào. s. m. Sorta di giuoco di carte azzardoso e rovinoso: c Fanno a maccao tutta la sera. s
Maccheromita. o. f. Maugiata di maccheroni, fatta in più.
Maccheròne. s. m. nsato più spesso nel pl., Vivanda fatta di pasta di fa- rina di grano, distesa sottilmente in falde e cotta nell' acqua, e poi condita cou cacio e burro, o con sugo di carne. Si fanno per lo più a mano in fami- glia ; ma li fanno auche i pastai, e ue- sti veugono duri e accartocciati. Il 'ù grasso che l' acqua dei maccheroni. V. ACQUA.llCascare o Piacere il cacio su'maccheroni. V. CAClO.'iIn forma d' ad. nell' uso comune dicesi Vino maccherone, Quello che, oltre all'es- ser grave pare, bevendolo, come pa- stoso. — — I‘l‘orma accrescitiva di macco.
Maccheronea. a. f. Composizione gi0coss, scritta in un latino formato di parole volgari con terminazioue e iperbato latiuo: c Nel secolo XVPera in uso lo scriver maccheronee: — Gra- ziose maccheronce sono le lettere del Coltellini, scritte sotto il nome di Do- mini Gufom's de Gufom'bm.» . _
Maccherònico. ad. Aggiunto (Il lillPagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/771 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/772 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/773 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/774 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/775 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/776 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/777 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/778 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/779 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/780 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/781 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/782 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/783 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/784 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/785 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/786 MANIERACCIA. — 731 — manìpolo. riotto.» Di maniera, coi verbi La- vorare, Fare ; o coi nomi Quadro, Di- pinto, Figura, e simili, vale Non a- véndo dinanzi il vero, ma dipingendo di fantasia; il elie oggi, intanto ve- rismo, è biasimato, li Su questa voce 8i formano parecchi modi avverbiali: In quelita maniera, Cosi, In questo modo: «Bisogna fare in questa ma- niera. » Il In oyni maniera, In tutte le maniere, Senza preterire. Assoluta- mente, Ad ogni costo: « Bisogna che sia fatto domani in ogni maniera: - Vo' partir domattiuii in tntte le ma- niere. »|| E come specie di condizio- nale e avversativo: « Io non lo farei codesto; in ogni maniera bisogna poi incominciar da capo. » Il .fi inaniera che. In maniera che, Cosi che: «Co- minciò tardi lo spettacolo, in manie- ra che si usci dopo il tocco. » Il in che manierai è lo stesso che Perchè? < In che maniera iersera non venisti da me?» — Ual barb. lat. maneria, Modo di trattare, e questo da manus. Manleràccia. pegg. di Maniera per Modo di procedere; Mal tratto, Mal- garbo: «Ila certe manieracce, clic una volta o l'altra gli danno qual- che lezione: -Io non vo' più compor- tare le sue manieracce. » Manieratamente, avv. In modo ma- nierato, affettato: « Lavora, Dipinge, Scrive, manieratamente. » Manierato, ad. Detto di lavoro d' arte o d' artista, per Affettato, Non naturale; e trasportasi anche ad opere letterario e a scrittore: « Pittore ma- nierato: -Bassorilievo bello, ma un poco manierato: -11 Cesari e anche il Giordani sono scrittori manierati. » Manierina. l'czz. di Maniera: Ma- niera di procedere graziosa, e tal- volta lusinghevole: «Ha corte ma- nierine che incanta: -Con la sua ma- nierina gli leva di sotto quel che vuole. » Manierismo, s. m. Il modo di lavo- rare di chi è manierato, Qualità dei manieristi. Manierista, s.m. Quell'artista che pecca nel manierato per voler segui- tare una certa maniera convenzio- nale, anche dove non si accorda con la natura : « 1 manieristi, cosi in arte come nelle lettere, posson piacere per un poco, ma poi perdono presto fama. » Manicróna. accr. di Maniera; e di- cesi dai pittori La maniera di dipin- §ere larga e franca: « Imita quella ella manierona di Luca Giordano. > Manierosino. ves2. di Manieroso: «Bimbo licllino e manierosino.» Manieróso, ad. Di bella maniera, Che nel mio modo di procedere 6 ur- bano, cortese ed affabile: «Giovane bello e manieroso: -Tutti ammirano il suo manieroso procedere.» Manifattóre. ». m. Colui che fa ope- re e lavori manuali, e specialm. si dice di muratori, legnaiuoli, fabbri, e simili: « Non bisogna trattenere il sa- lario a' manifattori: -Ora ci ho i ma- nifattori alla villa, e bisogna che ci stia da me. » Manlfattrice. ad. Aggiunto di in- dustria, Clic riguarda i lavori di ma- no. Questa sai ebbe la vera voce da usarsi in luogo della sgarbatissima Manifatturiera. Manifattura. .«./". Qualunque lavoro che si IM a mano o a macchina. Opera dj manifattore: «La manifattura del tabacco: - La manifattura della seta: - Manifatture inglesi, nazionali : - La- voro che non costa per la materia, ma per la manifattura. » || Manifatture, si dice da chi ama esser italiano, per Ca- po di vestiario beli' 6 cucito: « Mani- fatture per eorredj: -Manifatture da uomo. » Chi poi ama di esser francese, dice Confezioni, come qua e là per Firenze si legge sui cartelli di certe botteghe. Il L'edilìzio dove sono rac- colte più macchine, utensili e persone per fare una tale lavorazione: « È di- rettore di una manifattura lassù a Mi- lano. » In questo caso i soliti Italia- ni, sempre schiavi de' forestieri, di- rebbero Stabilimento. Manifestamente, owu. In modo ma- nifesto, chiaro, eerto: «Il codice è manifestamente del secolo XIII: -Si vede manifestamente la sua mala vo- lontà. » Manifestare, tr. Far nota altrui una cosa in modo chiaro e aperto: « Gli manifestò la sua intenzione di abbandonare quell' impresa: - Mani- festò al Ke tutto l' ordine della con- giura. » Il Detto di cosa. Dare a cono- scere. Palesare, Kivelare: « Quel- l'atto Io manifestò per uomo di gran cuore. » Il ri/Z. Farsi comecchessia no- to, palese; detto cosi di persona co- me di cosa: «La virtù si manifèsta da ogni sua parola: -Manifestarsi ne- mico a uno: -Manifestarsi avverso a un'impresa: -Quell'opera si manifè- sta per un plagio. » Part. p. Mani- festato. — Dal lat. manifestare. Manìfestatóre-tr(ce.vej-6aJ. da Ma- nifestare; Chi o Che manifesta: « Ma- nifestatore de' segreti altrui: - La bellezza esterna è manifestatrice del- la interna. » Manifestazióne. ». f. L'atto e L'ef- fetto del manifestare: « Manifesta- zioni de'proprj Bentimentì. * Mani- festazione, usato assolutam., diccsi II manifestar che fa il popolo per le vie il proprio risentimento contro a un ordine di cose, o a una persona, ma senza trascorrere a violenze: «È fa- mosa a Firenze la manifestazione del 27 aprile 1859 in Piazza Barbano: - Gli fecero una manifestazione. » — Lat. manifestatio. Manifestino oJtm. di Manifesto: «Ho fatto fare un manifestino del mio li- bro, per raccomandarlo agli amici. » Manifèsto, s. m. Scrittura fatta da chiccliessia per far pubbliche le sue ragioni, una sua impresa, un libro uno spettacolo, ce: «Il governo prov- visorio fece un manifesto per chia- rire i suoi veri intendimenti: - Ho fatto nn manifesto per il mio nuovo libro: -Manifesto di associazione: - Per tutte le cantonate vi sono mani- festi della nuova lotteria: -Manifesti dei teatri.» Manifèsto, ad. Visibile chiaramen- te, P;ilese: « Quello è manifesto se- gno della sua ignoranza: -In questo passo c'è errore manifesto: -Prove manifeste di nn delitto: - Segni ma- nifesti di una malattia: -La cosa si fa manifesta da sé: -Mi è manifesta la sua intenzione. » Il In forza di sosi. Cosa manifesta: « E manifesto che la colpa è tutta sua: -È manifesto quan- to ciò importi a tal effetto. » — Dal lat. manifcstu». Maniglia, s. f. T. art. e mesi. Ci.a- scnuo (li que' pezzi di legno, di ferro o di qualsivoglia metallo, elio servo- no per alzare, sollevare, nua cassa. un baule, ce, come anche per aprire e serrare con facilità chiavistelli, cas- sette, armadj ce., e per diversi altri usi: «Cassettone con le maniglie di bronzo dorato.» ] Maniglia, dicesi an- che a Ciascuno di quo' ferri in cui pa.s- sanoi cignoni e le ventole delle carroz- ze. -r-D;il lat.7nonicù?a,dim. di manus. Maniglina. dim, e vezz. di Maniglia. Maniglióne. s. m. T.mil.Sono quei due come orecchi, che si fanno so- pra la schiena de' pezzi d' artiglieria, che servono per poterli abbrancare quando si alzano. Manigóldo. ». m. Boia, Carnefice; ma ora si prende solo per Uomo di feroce natura : « A me tu sembri un manigoldo: -Che riguardi si debbono avere a quel manigoldo?» Manilùvio. ». m. Immersione delle mani nell'acqua calda, e spesso con senapa e aceto, por richiamare il sangue alle estremità; e si fa per cura di certe malattie: «Per codeste accensioni di testa le farà bene un malinuvio senapato. » Maniméssa e corrottam. Marimés- sa. «. /'. Il manimettere: « Manimessa di una botte, di una pezza di ])anno. » Questa è la voce; ma l'uso comune, dice corrottam. Marimessa. Maniméttere e corrottam. Marì- méttere. tr. Cominciare a usare una cosa per venirla via via consumando negli usi della vita; che dicesi anche Mettere amano: « Domani manimetto la botte e ti mando il vino. » L'uso comune dice corrottamente Marimet- tere. Part. p. Manimeìbso e MarI- MESSO. — Dal lat. mannmittere. Manina, dim. e vezz. di Mano: «Ma- nina gentile e graziosa: -Lo prese con le sne manine: -Lo faccia da sé con le sne sante manine, » si suol di- re giocosamente. Il II segno in forma di mano con l' indice steso, che si fa negli .scritti e nella stampa per ad- ditar luoghi che si vogliono notare. Il Manine, si chiamano per similit. Certi fiori delle siepi, posti a fascetti in cima al ramo, di color biauco, e di odore gentile. Manlno. ». m.dim. di Mano; ma sì dice solo scherzevolm.: « Allunga il manine, e pigliatelo da te. » || Baciar manino, sì dice familiarm. per Fare atto di sommissione, Iticonoscere per da più: «L'hai visto il nuovo libro del G.? Eh 11, caro mio, bisogna ba- ciar manino. » Manipolare, tr. Trattare con le mani più volte, e rimestando in più modi; e si dice di una cosa, ove en- trino diversi ingredienti, che debba- no faro tutto un composto: «E va- lentissimo per manipolare la ciocco- lata: - Manipolare coulozioni, lavo- ri, cc.*fig. dicesi anche di altre cose; ma ha del beffardo: « Hanno in tre quattro manipolato quella le^- ge:- Questi programmi t'urono mani- polati dai soliti mestoni.» Part. p. Manipolato. Manipolatóre-f rice. verhaì. da Ma- nipolare; Chi Che manipola: «Ma- nipolatore di veleni: -Manipolatori di programmi. » Manipolazióne. »./■. L'atto e L'ef- fetto del manipolare: «Valentissimo Eer la manipolazione della ciocco- ita. » Manipolo. ». m. Tante spighe, quan- te ne jinó stringere in una volta la mano del mietitore. || T. eccl. Striscia di drappo, che tiene al braccio manPagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/788 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/789 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/790 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/791 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/792 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/793 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/794 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/795 MARMÒREO. 740 - martellìna. Marmòreo, ad. Di marmo: «Base, Colonna marmorea. » ||BiaDCO come nn marmo : « Faccia marmorea. » Vo- ce dello stile elevato. — Dal lat. mar- moreua. Marmorizzare, tr. Dare, o per via di colori, o iu altro modo, apparenza di marmo a una cosa; e specialmente si dice della carta: «Ha una spe- ciale perizia nel marmorizzare la carta.» Pari. p. Maumoiuzzato. H In forma A' ad.: «Carta marmoriz- zata: - Siipone marmorizzato. » Marmòtta, s. f. Animale simile a grosso topo, che ha coda corta, e co- perta di lungo pelo; il pollice delle zampe anteriore è conico, il corpo di sopra è baio scuro, di sotto giallic- cio grigio : sta per le montagne, e vive in letargo durante l'inverno, il fig. dicesi a Chi fugge l'altrui com- pagnia: «Dio mìo, è proprio una mar- motta; sta sempre rintanato.» Il E di Chi è tardo e da nulla: « '^'a' là: tu se' una gran marmotta. » Il Marmotta, usasi anche per Scimmia, Bertuccia, il Pigliare o Peccare, una marmotta, dicesi familiarm. per Infreddare, espo- nendosi al troppo freddo, o a ri- scontri, ec. Marmottina. dim. di Marmotta. || Si dice ancora per far paura a' bam- bini: Ecco la marmottina; o quando vogliono vedere cosa nascosta o chiu- sa, si dice loro: Lascia stare; c'è la marmottina. Marmottino. dim. di Marmotto ; e familiarm. si dice per vezzo ad un bambino: «O che bel marmottino! » Marmotto. s. m. Dicesi schcrze- volm. per Bambino. — Dal fr. marmot. Marna, s. f. Terra calcarea, di co- lor grigio giallastro, che suole ado- perarsi per fertilizzare i terreni, e si chiama anche Terra di purgo. — Dal lat. marga. Marnare, tr. Concimare, o Ravvi- vare un terreno mescolandovi della marna. Part. p. Maunato. Maro. ». m. Pianta aromatica di sa- pore acutissimo, le cui radici alcuni mangiano col lesso. — Dal aA.marum, gr. iiàpov. Maronita, s. m. Cristiano di rito si- riaco, che abita il monte Libano, sotto laprclaturadelpatriarcadi Antiochia. — Da Marone, nome di un monaco che fu l'istitutore di tali cristiani. Maróso, s. m. Ondata violenta del mare: «Nave agitata e battuta da grandi marosi. » Ma è voce dello stile nobile. Marra. ». f. Arnese rusticale, col ferro largo e piatto, che si adopera per ribattere il terreno seminato, e lavorare poco addentro: «Buttatoli seme, si appianano lo porche con la marra. » 11 Afat-ra, T. murai. Arnese di ferro iu forma di una marra, pian- tato in una lunga asta, col quale il calcinaio disfà la calce mescolandola con la rena. Il La parte estrema dei bracci dell'ancora, in forma di vo- mere, e con la quale fa presa nel fondo del mare : « Ancora a due, a tre marre. ^ — Dal lat. marra. Marranàccio. pegg. di Marrano : «Tu se' nn gran marranàccio!» Marrànico. s. m. T. macell. Coltello grosso e pesante del quale si sei-vo- Ho i macellari per fare i diversi ta- gli grossi delle bestie macellate. Marrano, «.m. T. star. Titolo ingiu- rioso che davasi in Ispagna .V Mori convertiti per forza sotto il regno di Ferdinando il Cittolico; ma ora si usa solo per Uomo rozzo di modi e di vestire ; Zotico : « Tu se' un gran marrano: o avvezzati un po' a stare in conversazione. » Marràia. ». f. Colpo dato col ferro della marra : « Con una marrata nel capo lo freddò. » Marregglare.inir. Adoperar la mar- ra lavorando il terreno; e propriam. Ricoprir con la marra il grano e le biade, appena seminate. PaW.^. Mae- REGGIATO. Marrocchinare. tr. Conciare la pel- le di montone in modo da farne mar- rocchino; o anche Dare alla tela in- cerata aspetto di marrocchino. Part. p. M ARUOCCUINATO. : | In fonna d'ad.: « Poltrona ricoperta di tela marroc- chinata. » Marrocchino. » m. Cuoio di becco di capra, concio con la galla in modo speciale, e colorito dalla parte del fiore: « Bel codice legato in mar- rocchino rosso. » — Da 3/arrocco, dove princìpalm. si lavora. Marróne. ». m. accr. di Marra; Ar- nese rusticale simile alla marra, ma col ferro più stretto e più lungo del- la marra, lavorandosi con esso più addentro il terreno. Marróne. ». vi. Sorta di castagna più grossa delle comuni, e che serve spe- cialmente a mangiarsi cotta : « Compra due marroni per far le bruciate: - Marroni giulebbati: - Marron sec- chi ce.» li In forma d'a<i. detto di co- lore, vale Cbc è simile a quello del marrone: « Ha un vestito di color mar- rone. » ||ilfarronc, si dice familiarm. per Errore, specialm. in cose lettera- rie: « A quel passo di Dante il novello commentatore ha preso un bel mar- rone: -Codesto è un marrone badia- le: -Marrone filosofico, politico ec. » Marrùbbio. ». m. Pianta che ha il flore fesso a modo del labbro lepo- rino, e ce ne è di più sorte. Fiorisce dal giugno al settembre; ed è comu- ne lungo le strade di campagna, lun- go i fossi, ed a piò delle rovine. Manda leggiero odore di muschio. — Dal lat. marrubiiim. Marruca. ». f. Pianta spinosa con tronco assai ruvido, che si vede in quasi tutte le siepi : ha le spine gros- se e acutissime, lì Mazza di marruca, Mazza fatta col fusto di essa pianta, che i butteri segnatamente sogliono portare. — Dal basso lat. viarrugina. Marrucàio. ». m. Luogo dove sono molte marruche: «E chi vi penetra là in quel marrucaio? » Marruchéto. s.7;ì. Luogo dove sono molte piante spinose. UE per estens. Luogo incolto e ingrato: « Ila un poderuccio che è nn marrucheto. » Marsala. ». f. Vino bianco, assai spiritoso, che viene da Marsala, città di Sicilia: « Questa è una buona mar- sala: -La marsala che viene in com- mercio, ha sempre una quantità di alcool aggiunto. 5 11 Jlfar»a(o vergine, Quella dove non è stato aggiunto alcool: « La marsala vergine, è assai graziosa al palato. > Alcuni, per par- lare in punta di forchetta, la fanno maschile, e dicono il Marsala. Marta, s. f. Nome proprio dì don- na. Per la frase Far da Marta e da Maddalena. V. in MADDALENA. Marte, s. m. Nome del Dio della guerra appresso i Gentili; e presso i poeti è tuttavia simbolo della gnen-a. il Per antonomasia si dice, special- mente in poesia, Marte a un Prode e potente guerriero. H Nel linguaggio familiare si direbbe per Ironia: « GII ufficiali della G. Nazionale eran tanti Marti. » !| Popolo di Marte, si usa per parafrasare gli antichi Romani. HCoot- po di Marte, si chiama anche oggi Quello destinato a farvi gli esercizj militari: «Stamani c'è la rivista al Campo di Marte. ' ,1 T. astr. Nome del pianeta, che è il più vicino alla terra. Il Gli Alchimisti diedero, e i Chimici glielo conservano, il nome di Martr- al Ferro, come di Saturno al Piombo. Marte, dicesi per Martedì, nel noto prov. Né di Venere, né di Marte non si aposa né »»" i>arte. — Dal lat. Mars. Martedì. ». «i. Nome del terzo gior no della settimana. — Dik Marte odi, Giorno dì Marte. Martellaménto. ». m. L'atto, L'ef- fetto e II suono del martellare; «In quella strada non vi si campa, a ca- gione del continuo martellamento de' fabbri. » Martellare, tr. Battere replicata- mente col martello; ma è di raro uso nel significato proprio. || /fj. si dice di una passione che ci tormenti: « La gelosìa lo martella fieramente. » |] intr. si dice più spesso delle forti e dolorose pulsazioni del sangue in al- cuna parte, dove affluisce in copia: « Mi martellano le tempia: -Ila un dito che gli martella spietatamen- te. » Il Picchia e martella, Dagli, pic- chia e martella, sono modi familiari, co'qnali sì accennano i replicati sforzi o tentativi fatti per giungere a nn fine: «Dagli, picchia e martella, fi- nalmente m' è riuscito di concluder questo negozio. » Più spesso Dagli, picchia e mena. Part. p. MARTEL- LATO. Il In forma A' ad. T. mut. Note martellate, Note eseguite come colpo sopra colpo, senza fermavisi sopra. Martellata «./l Colpo dì martello: « Muro che va giù con poche martel- late: -Gli diede una martellata sul capo e l'uccise. » I: Pulsazione dolo- rosa a cagione di afflusso di sangue: «Mi sento certe martellate, che non ne posso più.» 1| Familiarm. di chi è vestito con ogni eleganza e con ogni cura si suol dire, che Non gli manca una martellata: «Va vestito sempre elegante e per l' appunto, che non gli in:inca una martellata. » Martellétto, dim. Ai Martello, il Par- ticohum. dicesi di Ciascuno di quei legnettì articolati, che mossi dai tasti del pianoforte battono sulle corde. Martelllàno. ad. Aggiunto di nna Sorta di versi italiani dì quattordici sillabe, rimati a due a due, come i versi francesi alessandrini, cui corri- spondono; cosi detti da Pier Iacopo Martelli che ne fu il restauratore; e usasi anche in forza dì sost.: « I mar- telliani sono molto monotoni e ug- giosi. » Martellina. ». f. Una sorta di mar- tello d' acciaio, che da una parte ha la bocca, cioè il piano da picchiare, dall' .iltra il taglio; ed è strumento proprio de' muratori ; onde in modo assai comune diccsi Mettere la mar- -^- tellina in una casa, per Cominciare ^m a murarvi: «Quando in una casa si ^ mette la martellina, non si finisce di spendere. 5 || Altra sorta dì martello, col taglio dall'una e dall' altra parte, intaccato e diviso in più punte a dia- mante, il quale serve a' maestri di scalpello per lavorar le pietre dure, Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/797 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/798 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/799 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/800 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/801 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/802 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/803 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/804 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/805 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/806 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/807 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/808 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/809 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/810 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/811 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/812 Pagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/813 MERIDIONALE. 758 MESCHINAMENTE. diano. Il E Quella lìne.i che mostra il mezzodì negli orologi solari. — Dal lat. meridianus. Meridionale, ad. Che è dalla parte del mezzodì: «L'Italia meridiona- le: - I paesi meridionali sono più caldi degli altri. » 1| Che abita in luo- ghi meridionali: «Popoli meridiona- li. > Il Venti meridionali, Quelli che spirano dalla parte di mezzogiorno. {{ Proprio dei popoli meridionali : « Fantasia, Vivacità, Ardore, meridio- nale. > Il In forza di sost. Abitatore dei paesi meridionali : « Parlava con tutto l'ardore d'im meridionale.» — Dal basBO lat. Vieri dionalis. Meridionalmente, aw. Dalla parte di mezzogiorno: « Corrispondo meri- dionalmente alla Italia: » non comune. Meriggiare, inlr. Riposarsi all'om- bra nelle ore calde: «Mentre il pa- store meriggiava a pie d' un vecchio muro, comparve il lupo; - Tengono le pecore a meriggiare.» Part. p. Me- riggiato. — Dal lat. meridiare. Meriggio. ». m. L'ora del mezzo- ^orno : « Arrivò sul meriggio. » |1 Di bel meriggio, Di fitto meriggio, Di pieno meriggio, posti avverbialm. Nel colmo della giornata. || ifertV/i/io, si dice anche L' ombra che gettano le cose o gli alberi o altro nelle ore meridiane : « Sudato a quel modo mi posi al meriggio, e presi una infred- datura: -Il pastore raduna le pecore al merìggio.» — Dal lat. meridits. Meriggióne-óna. s. m. e f. Perdi- giorno, .iiiante dell'ozio. Merino, ad. Aggiunto di pecore che vengono dalla Spagna, e che han- no lana più lunga e più fine della nostra ; e dicesi anche della lana stessa, il In forza di $ost. Merino, si chiama un Tessuto speciale fatto di essa lana. — Dallo spagn. merino. Meritamente, avv. Secondo il me- rito, A ragione, A buon dritto: «Fu meritamente eletto presidente di quella assemblea: -Meritamente ci.v scnno lo onora:- Meritamente cac- ciato da quella assemblea. » Meritare, tr. Essere o Rendersi de- gno di bene o di male, secondo il merito; costruito tanto con l'oggetto diretto, quanto con un infinito retto dalla particella Di: « Meritò di esser fatto primo consigliere del Re, per le prove di accortezza e di senno da Ini date: - Merita una croce, una me- daglia, una ricompensa, un premio: -Ne ha fatte tante, che merita ogni gastigo. »i|E detto di opere, azioni e simili, Richiedere, secondo giusti- zìa, premio o pena: « Ogni fatica me- rita premio: -La sua condotta me- rita il biasimo di tutti. »||E con le particelle pronominali: « Ha avuto quella onorificenza; ma se l'è meri- tata: - Si meritò la galera: - Si merita quello e altro. » [ Meritare checches- sia ad alcuno, vale Rendernelo me- ritevole; e dicesi di cosa morale; < Quella sua abnegazione gli meritò le lodi di tutti. tMeritare, o Ben me- ritare di checchessia. Far opere, on- de ne venga altrui gloria o utilità: « Lode a coloro che hanno ben me- ritato della patria. » Il ossoZ.: «Biso- gna rispettar la memoria di coloro che tanto meritarono. » |! Meritare il conto, la pena. Esser conveniente, utile, ec: « Bisogna considerare se merita il conto di prendersi briga di tali cose: -Non merita la pena il du- rar tanta fatica per nulla. » || Ed an- che impera.: « Non meritava che ella si fosse incomodata. » Pari. p. Meri- tato. —Dal lat. meritare. Meritévole, ad. Che merita, De- gno: « Meritevole di ogni lode, di ogni premio: -Si è reso meritevole di biasimo, di pena; -Ci sono dei pre- mj per i più meritevoli. » Meritevolmente, arti. Secondo il merito, Degnamente: « Fu meritevol- mente riprovato il suo procedere. » Mentissimo, sxip. di Merito ad. Che ha, molto merito, o ha ben me- ritato. È voce di cerimonia; « Meri- tìssimo Arciconsolo della Crusca: - Meritissimo professore. » Mèrito, s. 77». Tutto ciò che rende l'uomo degno di lode, di premio, ov- vero di biasimo, di pena: « Al suo merito è poco ogni premio; -La pe- na fu scarsa al merito suo. » li i>i me- rito. Di gran merito. Di sommo me- rito, detto di persona e usato a mo- do di aggiunto, vale Che ha qnalità, doti, e simili, da meritare molta sti- ma. || Z)or? altrui merito di una co- sa, o Fargliene merito, vale Ascri- verla a sna lode, come: « Ne danno merito a lui, ma è tutto lavoro d'un altro; - Di tante sue fatiche non glie- ne fanno alcun merito; » e parimente Ascrivere, Attribuire,a merito. ,Farsi merito di uva cosa presso alcuno, si dice quando altri si studia di esser il primo a annunziare altrui cosa di gran momento, o rcnderglisi grazioso in altro modo: «Si volle far merito presso di lui dandogli prima di ogni altro la lieta novella. > || E per Gui- derdone, Ricompensa; anche in sen- so ironico; « Ecco il bel merito che egli mi rende di tanti benefizi ! » J E i poveri, a cui si dà la limo- sina, dicono: «Dio gliene renda me- rito »||E per Usura, Frutto di de- nari; ma oggi diccsi solo del Frutto che prende il Monte di Pietà pei de- nari dati sul pegno: « Al Monte di Pietà prendono pietosam. il sette per cento di meriti, e (]nalche altra cosa per giunta. » n Merito della eausa. La sostanza di essa: « Conoscendo di avere il torto nel merito, si rifugia- no negli incidenti:- Parlò in merito l'avvocato B.;-La causa fu decisa nel merito.» li Per i meriti della pas- sione di O. Cristo, vale Per quel merito che agli uomini acquistò G. Cristo con la sua passione e morte; ed è modo di eflicaee preghiera. — Dal lat. meritum. Meritoriamente, opv. In modo me- ritorio: « Operare meritoriamente. » Meritòrio, ad. Che acquista merito. Che è degno di ricompensa: « Il per- seguitare tal canaglia è opera meri- toria. » Il E generalmente si dice di tutti quegli atti che sono accetti a Dio, e ci acquistano merito appresso di Lui: « L'elemosina è una delle ope- re più meritorie. » — Dal lat. merito- rius, ma in altro senso. Mèrla, s. f. La femmina del Merlo. — Dal lat. merula. Merlare, tr. Circondare di merli un edifizio: «Vuol far merlare tutto il palazzo invece di farci il cornicione.» Fart. p. Merlato. I! In forma d'od.: « Torre merlata, Castello merlato, Mura merlate. » Merlatura, s. f. L'atto e L'effetto del merlare: «Il palazzo finisce con una magnifica merlatura. » Merlétto, s.m. Guarnimento dì abi- ti, o Trina fatta di refe, di oro filato d' altro, detta cosi perchè in qual- che modo rende immagine dei morii che coronano certi edifizj: «Merletti di Fiandra:- Abito guernito di mer- letti. . Mèrlo. ». m. Uccello piuttosto gros- so, di penne tutte nere, col becco e le orbite orlate di giallo. La femmi- na è bruna di sopra, e bruna rossic- cia di sotto, con macchie nere sul petto. Il 3fer/o, dicesi figuratam. e fa- miliarm. a Persona assai maliziosa; e più per efficacia Merlo dal becco giallo: «,Tu se' un bel merlo: -Che merlo! -E un certo merlo!» i| OoTiia merlo! diciamo per significare a qual- cuno che non siamo co.sl gonzi da credere alle sue fanfaronate o ai suoi imbrogli, per cosa che egli faccia o dica. — Dal basso lat. merulas. Mèrlo. ». m. T. arch. Ciascuno di qne' rialti di mnro, quadrangolari, on- de si circondavano le antiche torri e anche palazzi, ponendoli a una ccrt.a distanza l'uno dall'altro, perchè da- gli interstizj si scagliavano o sassi o altro, e dietro il vuoto si riparava la persona. I Guelfi gli facevano qua- dri 5 i Ghibellini gli facevano termi- nati in due punte; « I merli di P.v lazzo Vecchio: -Ha fatto un palazzo co' merli a uso medio evo.» Merlòtto, dim. di Merlo; Merlo gio- vane; ma più che altro si usa figu- ratam. a significare Persona sempli- ce, e facile a essere ingannata: < Ora che ha trovato il merlotto, figurati se lo pela! » Merluzzo. ». m. .?orta di pesce, noto volgarm. pel molto olio che si estrae dal suo fegato, che oggi è assai usato in medicina; « Olio di fegato di mer- luzzo. » — Dal lat. maris lucius. Luc- cio di mare, mediante il fr. merluche. Mèro. ad. Puro, Schietto, Senza al- cuna mistura; ma ora si usa solo unito a certi sostantivi per accennar la loro vera essenza, o per sola en- fasi, preponendosi sempre al nome: «Ella è una mera invenzione; -Son qui per mera necessità: -Son venuto per mera curiosità. » — Dal lat. merus. Mesata, s. /". Lo spazio di un mese : « A far quel lavoro ci vorrà una buo- na mesata : - Sta in campagna le in- tere mesate. » ;| Salario o Paga che altri ha mese per mese: « Ha una buona mesata; -Non ho ancora ri- scosso la mesata: -Ci ha da pagarmi tre mesate. » Mesatina. (firn. di Mesat.i,ncl secon- do significato: « Ha una mesatina di poche lire. » Méscere, tr. Versare il vino, o al- tro liquore, nel bicchiere, altro va- so, a cui si deve bere: «Mésce il vino senza verun riguardo: -Mésco- no la sciampagna ne' bicchieri grandi; -Mésci il caffè, la cioccolata. » lassol.: «Non faceva altro che mescere;» e il prov.; Su' pesci mesci, cioè man- giando pesce, bevi del vino; e l'altro, Amo non cresce, se Sieve non mesce , cioè se la Sieve non vi scarica molta della sua acqua, fig. Dare in abbon- diinza, rif. per lo più a denaro; « Lo aiutava, e mesceva denari a iosa. » Wassol.: «Può far benissimo tutte le mode; tanto c'è chi mesce. » n E an- che rif. a busse: «Mesceva fior di pugni a quelli sciagurati. » Part. p. Mesciuto. — Dal lat. miscere. Meschinamente, avv. In modo me- schino. Poveramente; « Vive meschi- namente, benché lavori dalla mattiPagina:Vocabolario italiano della lingua parlata, 1893.djvu/815 MÉSSA. — 760 — MESTIÉRF, dirsi per Dire solennemente la prima mesis'à. l Levar la messa a un prete, Intimargli che più non la celeori; e 10 fa il vescovo per gravi cagioni: « Faceva vita scandalosa, e gli fu le- vata la messa: allora si finse libera- le, e fece il persegnitito. > [ Servire ìa messa, Assistere e rispondere al prete nel sacrifizio della messa. Il Ser- vire la messa a uno, si dice fignra- tam. e familiarm. per Metterlo in ma- la voce appresso clii può gastig.irlo, Palesare le sue colpe, perchè ne sia castigato: «Non dubitare, no, birba; ora ti servo la messa. » || Entrare o Uscire, la messa, L'andar che fa il prete all' altare per dire la messa, o II' uscirne. Il .4??o messa! o Alla mes- sa, ma una panca per uno, diccsi al veder mangiare o bere alcuno cosi strabocchevolmente da sgomentarsi a far con esso compagnia. Dicesi an- che Alla messa in Duomo: la è chiesa grande. || Va' alla messa, dicesi fami- liarm. con leggiera imprecazione, a chi dica cose non credibili, come Va' a farli benedire: « Eh va' alla messa ; a me tu non me lo dai a intendere. » — D.il basso lat. missa. Méssa, s. f. T. di giuoc. Quel tanto (li denaro che i giocatori concordano che debba correre volta per volta in certi giuochi, e che si deposita da ciascuno: «Facemmo una corda di cinque lire, e, rimasto solo con un al- tro, facemmo a salvar la messa: -La messa è di dieci lire. » i! >/?«««, Pol- lone o Germoglio delle piante: « I frutti hanno tutti di belle messe. » li Afesso di voce, T. mus. Voce prolun- gata che, cominciando pianissimo, va crescendo fino alla massima forza, e quivi ritenuta nn poco va digradan- do sin dove aveva cominciato: eser- cizio di grande utilità a chi studia il canto. Il t3/esso in scena, per Appa- rato scenico, è sconcio gallicismo.— Da mettere. Messaggeria, s. f. Voce francese, ma foggi:ita sopra l'uso antico ita- liano, che si nsa per quel Servizio regolare, o di vetture, o di legni di mare, che fanno gite piuttosto lun- ghe: «Le messaggerie imperiali. > Messagglèra. fem. di Messagglcro. Messagglère e Messaggièro. s. m. Colui che porta una ambasciata, o annunzio di molta importanza: « Fu messaggièro della Uegina il Conte C.: -Venne un messaggièro da Parigi.» 11 Si usa anche in forma à.'ad. per Annunzi.atore, detto di cose: «Sogno
mess;igf;iero- a. « È uno dei soliti mestatori : -
- i3Sottigliata a modo di manico, dal-