Introduzione
Il nuovo MacBook Pro è il modello più veloce di sempre di Apple, con un processore octacore opzionale — per la prima volta in un MacBook — e un misterioso nuovo materiale per la tastiera. Dato che è improbabile che la stessa Apple renda noto di che "materiale" si tratta e che noi proprio non riusciamo a lasciare irrisolto un mistero, è ora di dare ancora una volta un'occhiata da vicino alla famigerata tastiera butterfly. Prendi la tua lente da investigazione e unisciti al nostro smontaggio!
Sei alla costante ricerca di nuovi misteri da smontare? Seguici su Facebook, Instagram e Twitter per tutte le ultime notizie sugli smontaggi. Per averle nella tua casella di posta, iscriviti alla nostra newsletter.
Strumenti
-
-
Sulla carta, il nuovo MacBook Pro 2019 propone solo un salto in avanti nelle prestazioni. Ma quanto è lungo questo salto? Riassumiamo:
-
Schermo IPS Retina display da 15,4" retroilluminato a LED con True Tone, risoluzione 2880 x 1800 (220 dpi), gamut colore P3 wide
-
Processore esa-core Intel Core i7 da 2.6 GHz (Turbo Boost fino a 4.5 GHz) accoppiato a una GPU Radeon Pro 555X
-
16 GB di SDRAM DDR4 da 2400 MHz
-
SSD da 256 GB tipo PCIe
-
Wi-Fi 802.11ac e Bluetooth 5.0
-
Quattro porte Thunderbolt 3 (USB-C)
-
-
-
Proprio come in una trasmissione di cucina, tagliamo la parte di cottura a fuoco lento e voilà! Già aperto!
-
Come promesso, questo si direbbe essenzialmente un salto prestazionale: l'hardware visualmente appare indistinguibile rispetto all'ultima volta. Tiriamo via la scheda e guardiamo meglio.
-
-
-
Con la modularità dei componenti ridotta a zero, non c'è alcuna possibilità di aggiornare questo hardware. Ecco i chip che ti accompagneranno finché campa il laptop:
-
Intel Core i7 esa-core di nona generazione i7-9750H
-
16x di SDRAM DDR4 SK Hynix H5AN8G8NAFR da 8 Gb (16 GB in totale)
-
GPU AMD Radeon Pro 555X
-
4x RAM GDDR5 Micron MT51J256M32HF-70:B da 8 Gb (4 GB in totale)
-
Coprocessore Apple T2 APL1027 339S00533, stratificato sopra a 1 GB di memoria LPDDR4 Micron D9VLN
-
Memorie flash Toshiba TSB3226AW8815TWNA1 e TSB3226XZ2939TWNA1 (per un totale di 256 GB)
-
Controller Thunderbolt 3 Intel JHL7540
-
-
-
Ecco altri chip per il vostro diletto:
-
PCH (Platform Controller Hub) Intel SR40F
-
Texas Instruments CD3215C00Z (probabilmente controller alimentazione)
-
338S00267-A0 (dovrebbe essere un PMIC Apple)
-
Controller alimentazione TPS51980A
-
339S00458 (probabilmente un modulo Wi-Fi/Bluetooth di Apple)
-
PWM (Modulatore Larghezza di Impulso) Intersil 6277A
-
Codec audio Cirrus Logic CS42L83A
-
-
-
E ora dritti alla tastiera butterfly! Ricapitoliamo le metamorfosi subite finora da questa farfalla.
-
Dopo il suo debutto nel MacBook Retina 2015, la tastiera butterfly si è posata sulla linea MacBook Pro per la prima volta nel 2016 (immagine a sinistra).
-
Nell'estate 2018, Apple ha lanciato un programma di riparazione, dando la colpa internamente alla polvere che bloccava i tasti; ha quindi lanciato modelli aggiornati con una membrana in silicone che protegge gli switch dei tasti (immagine centrale). Ma i problemi sono continuati.
-
Infine, la revisione 2019 degli switch della tastiera butterfly ha mantenuto la membrana in silicone, ma ha aggiornato i materiali della piccola cupola metallica a molla e del suo rivestimento plasticoso.
-
-
-
Ricapitolato quanto sapevamo, analizziamo uno strato alla volta i componenti dell'interruttore della tastiera butterfly 2019.
-
Sopra a tutto c'è la cover del tasto, dotata di una pratica etichetta per indicare agli utenti qual è il tasto che non funziona.
-
La staffa bianca incernierata è il meccanismo a farfalla che controlla il movimento del tasto, stabilizzandolo in modo che possa andare su e giù senza inclinarsi o "ballare".
-
Alloggiata all'interno della staffa, c'è una cover trasparente che si flette a ogni pressione del tasto e allo stesso tempo tiene lontano lo sporco dal sottostante switch a cupola.
-
L'elemento più significativo di questo gruppo è l'interruttore metallico a molla a forma di cupola. Questo si deforma quando si preme il tasto, realizzando un ponte tra i sei contatti presenti; torna com'era non appena si rilascia il tasto.
-
Sotto lo switch è a cupola ci sono sei piastrine metalliche. La pressione del tasto viene rilevata quando la piastrina centrale più in alto chiude il contatto con una qualsiasi delle altre cinque.
-
A coronamento di tutto, c'è la membrana in silicone che copre il meccanismo a farfalla per evitare l'intrusione di sporco che potrebbe bloccare il tutto.
-
-
-
Insomma, ma che cos'è cambiato quest'anno? Per prima cosa il materiale trasparente della cover dell'interruttore.
-
La cover del modello 2018 è traslucida, in qualche modo appiccicosa, e si direbbe sia di silicone. Il nuovo modello è più trasparente e più scorrevole al tatto.
-
Per confermare che i materiali sono senz'altro diversi, e abbiamo analizzati tramite spettroscopia FTIR (Fourier Transform Infrared, spettroscopia a infrarosso a trasformata di Fourier). Grazie a Eric Beaton e al Dipartimento Tecnica dei Materiali dell'università Cal Poly per aver messo a disposizione la loro competenza e la loro attrezzatura.
-
I picchi e le valli dello spettro FTIR per i due elementi mostrano che sono effettivamente materiali diversi. Ma che materiali sono?
-
Confrontando questi spettri FTIR con quelli di polimeri noti, la migliore rispondenza per il modello 2018 è poliacetilene con legami uretanici aromatici oppure, con maggiore probabilità, un tipo di TPU (poliuretano termoplastico). Il modello 2019 corrisponde allo spettro della poliammide meglio nota come nylon.
-
-
-
Che cos'altro è cambiato? Forse, pensiamo noi, l'interruttore a cupola. Guardiamolo da vicino.
-
La cupola si presenta come un piccolissimo tappo da marmellata o capsula di sicurezza: una volta premuto, riprende la forma originale.
-
Se succede qualcosa alla cupola, come una rottura o una deformazione, il tasto inizia a rispondere irregolarmente alla pressione. E, se i piedini si rompono o si piegano, il tasto può smettere del tutto di funzionare.
-
È senz'altro possibile che a contribuire ai guasti agli interruttori siano diversi di questi fattori e non uno solo. Questo spiegherebbe perché Apple abbia tutte queste difficoltà a risolvere il problema. La quarta volta sarà quella buona?
-
-
-
Abbiamo detto, anzi scritto, tutto.
-
Almeno per ora... Ci piacerebbe però sentire il parere di esperti di materiali all'interno del nostro uditorio; ci piacerebbe anche dare un'occhiata a tutti i tasti guasti su cui riusciremo a mettere le mani.
-
Detto ciò, probabilmente vi chiederete dove si poserà questo laptop nella nostra scala di riparabilità...
-
-
-
Il MacBook Pro 2019 da 15" con Touch Bar si guadagna il punteggio di 1 su 10 nella nostra scala di riparabilità (10 è il più facile da riparare).
-
Il trackpad può essere rimosso e sostituito senza incontrare alcuna grossa difficoltà.
-
Il processore, la RAM e la memoria flash sono saldati alla scheda logica. L'esecuzione di riparazioni e aggiornamenti si presenta come qualcosa di ben difficile da attuare.
-
Il gruppo del case superiore, che comprende la tastiera, la batteria, gli altoparlanti e la Touch Bar, è incollato tutto insieme, rendendo difficile pensare alla sostituzione individuale di questi componenti.
-
Il sensore Touch ID svolge anche il ruolo di interruttore ed è accoppiato con il chip T2 della scheda logica. La riparazione di un interruttore d'accensione guasto può rendere necessario l'intervento di Apple oppure di sostituire la scheda logica.
-
28 commenti
“When comparing these FTIR spectra to that of known polymers, the closest match for the 2018 model is polyacetylene with aromatic urethane side groups, while the 2019 model uses polyamide (commonly known as nylon).
What this doesn't tell us is, just what problem Apple's engineers tried to solve using this updated material. Send us your ideas!”
Spitballing, any debris would have an easier time sliding through the nylon, while the 2018 model has a more sticky material.
tipoo -
Hopefully making cleaning with canned air more effective.
Mark -
The plastic dome covers the contacts so you can’t really blow air into the gap. The covers are glued down to the base 360 degrees.
Dan -
Was eagerly anticipating this teardown as soon as the tech press announced the new MacBook Pros with yet another keyboard iteration.
Question: How are the butterfly mechanism and plastic cover attached to the top case? Are they merely held in place by the silicone membrane?
I could not tell if the membrane had to be cut in order to extract the butterfly mechanism and plastic dome.
Those two keys you disassembled, can they be re-assembled and have them function normally without the key falling off?
The thing that really holds it all together is the clear plastic cover piece with the black dot in the middle. That component both holds the dome in place on the PCB and provides the pivot points for the hinged white bracket that controls the keycap travel. Unfortunately, it’s essentially riveted in place from the back with plastic pegs, and prying it out is usually pretty destructive. (In other words, don’t try this at home!) The silicone dust membrane doesn’t have to be cut however, as it’s mainly around the perimeter and not over the top of the mechanism.
Top side of the dome is pictured in Step 8. ;)
I guess we’ll need to wait another year before we get the old reliable keyboards back! So sad …
Dan -
You’re quite the optimist there.
I have found apple products very robust for my business. I work on heavy web design and ``Graphic Design`` work with no problems. In some cases I had to upgrade to more RAM or to SSD disk form buying products from ifixit.com and that extended the life of my MACs even more. I have an Imac and a mac book pro for more than 10 years now.
JCSL -