Lo scheggiatore è quella persona che dà forma alla pietra tramite un processo di scheggiatura o percussione con un altro oggetto (riduzione litica). Abilità comune fino alla scoperta della fusione, la razza umana si è basata a lungo su questa tecnica per realizzare strumenti di vario tipo e armi. In questa guida ti verrà mostrato come fare.

Passaggi

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    Scegli la pietra più adatta da modellare. Rocce come selci e simili si prestano particolarmente ad essere scheggiate, così come basalto, ossidiana, quarzo da laboratorio, ceramiche sanitarie ed altri minerali che, una volta fratturati, rivelano una superficie liscia. L'ossidiana è piuttosto morbida, e per i principianti è il materiale più semplice da lavorare poiché non richiede uno sforzo eccessivo. Anche il vetro di scarto proveniente da alcune fabbriche può, talvolta, produrre delle splendide opere d'arte. Tutti questi materiali sono facilmente reperibili su e-Bay.
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    Scegli una pietra che non presenti, se dovessero esserci, troppe crepe, fessure, bolle, inclusioni evidenti o altre irregolarità che possano farla rompere o sfaldare in maniera opposta al risultato che vuoi ottenere.
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    Scegli una pietra abbastanza grande da poter rimediare ad un eventuale errore senza perdere l'intero lavoro, ma anche abbastanza piccola da avere modo di realizzare facilmente ciò che hai in mente. *Volendo, potresti anche effettuare un trattamento termico (cucinare alcuni quarzi, selci, legni fossili o coralli fossili per molte ore alla base di un fuoco modificherà la loro struttura, da granulosa a vetrosa) o un trattamento ad acqua (alcune pietre, in particolare gli opali, devono rimanere sommerse, altrimenti possono spezzarsi non appena si asciugano), entrambe tecniche usate con successo dagli scheggiatori esperti. Con il trattamento termico, sotterra le pietre sotto 5 cm di terra e, in caso di pietra ancora da lavorare, lascia coperto con uno strato molto spesso di braci per almeno quattro ore (è necessario più o meno tempo a seconda della densità della sostanza). Spegni il fuoco o fallo spegnere da solo. Lascia raffreddare le pietre tutta la notte prima di dissotterrarle, altrimenti esploderanno al contatto con l'aria fredda. Girale e ripeti il procedimento fino a quando la pietra, scheggiandola, risulterà lucida e brillante. Ciò richiede grande pratica per poterne acquisire la padronanza, ancor più della scheggiatura stessa, e diventa dispendioso se si aggiunge l'acquisto delle pietre. Questo metodo, originariamente, era utilizzato da quegli uomini per i quali la pietra era necessaria alla sopravvivenza, e la qualità del prodotto non solo era auspicabile, ma faceva la differenza soprattutto durante l'inseguimento degli animali a causa di armi più dure e affilate, caratterizzate da ruvidità, facilità di fabbricazione, minori difetti ecc. Se ti va di provare questo procedimento, bene, ma ci sono molti altri materiali oggi a disposizione per i quali può essere evitato*
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    Siediti comodo. Puoi metterti a scheggiare seduto ad un tavolo o su di una panchina, ma tradizionalmente la pratica della scheggiatura avviene a gambe incrociate, con la pietra in una mano appoggiata al proprio ginocchio. Questo metodo può risultare difficile ai principianti. Cerca di capire quale posizione riesce a darti il maggiore controllo, soprattutto nella sfaldatura. Io preferisco sedermi su di un tronco. Puoi utilizzare una tavola di legno o una grande pietra come appoggio per il tuo progetto se hai iniziato a lavorare con una pietra grossa e pesante.
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    Alcuni materiali come la pietra focaia, la selce e i fossili organici presentano una venatura le cui striature sono tipiche delle sostanze organiche ormai fossilizzate, come il legno, ma possono anche tradire una formazione vulcanica. Presta attenzione a queste importanti caratteristiche della pietra. Durante il processo di frammentazione della pietra, stai attento ai suoi naturali tratti interni. Alcune selci e la maggior parte dei vetri non ne avranno, mentre agate e malachite probabilmente sì. Sono le pietre internamente prive di tratti ad essere le migliori per i principianti. Lavorando una roccia simile, infatti, non avrai limiti di direzione, e potrai modellarla come preferisci (entro certi limiti).
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    Comincia con una percussione diretta. La percussione diretta si effettua prendendo un materiale sferico e resistente e battendolo direttamente contro la pietra, formando così due facce e rimuovendo materiale in forma di lamine lunghe e taglienti. Una pietra rotonda della dimensione di un pugno presa da un torrente, o una billetta creata da un corno grande e massiccio (preferibilmente d'alce, il corno del cervo è vuoto e di qualità leggermente inferiore) andrà benissimo. Con questa tecnica è più difficile imparare ad avere controllo rispetto a tecniche di rifinitura come la sfaldatura a pressione. Con pietre dalla forma irregolare, o che pesano più di una cinquantina di grammi, dovrai iniziare il processo di riduzione con la percussione diretta. Per rimpicciolire le punte delle frecce di media grandezza, prendi semplicemente una larga lamina staccatasi a seguito di una percussione, raschia il bordo (vedi passaggio 7) e procedi direttamente con la sfaldatura a pressione (vedi passaggio 8). Lo scopo della percussione diretta è di assottigliare la pietra dai bordi verso l'interno, per raggiungere lo spessore desiderato fino a formare una lama a due lati. Colpisci la pietra ad un angolo compreso fra i 50° e i 60°. Immagina che un colpo dritto verso il basso corrisponda a 90°, mentre uno dritto perfettamente laterale sia 0°. Ora dovresti riuscire a determinare dove si trovano i 60°, basta tenere un goniometro capovolto. Questa angolazione è perfetta per rimuovere grandi quantità di materiale senza rischiare di rompere a metà il lavoro – come accadrebbe con un angolo più acuto e diretto, attorno ai 30 gradi – o di spaccarne i bordi e la superficie, nel caso di un'angolazione retta.
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    Nel processo di scheggiatura la fase più importante è raschiare il bordo dell'oggetto di pietra, vetro, ecc. OGNI VOLTA che togli una serie di lamine da uno dei bordi, è obbligatorio levigare bene quello stesso bordo così che la pietra possa sopportare l'impatto dalla successiva serie di percussioni, altrimenti il margine cederà e l'intera lavorazione cadrà a pezzi. Ripeto, questo è il passaggio PIU' IMPORTANTE dello scheggiare la selce. Si effettua raschiando, col movimento tipico di una sega, il bordo di una pietra contro l'altra pietra, quest'ultima ugualmente piatta ma dalla durezza leggermente inferiore. Le vecchie mole funzionano bene a tal fine, e così anche un pezzo liscio di pietra calcarea. Nella pietra o nella mole verranno a disegnarsi dei solchi, una caratteristica desiderabile. Il risultato sarà una superficie affidabile capace di assumere gli estremi rigori dell'ingegneria litica. Se non esegui il procedimento in maniera appropriata, non riuscirai mai a realizzare nulla più di semplici proiettili di pietra.
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    Una volta che il blocco di pietra originario avrà subito una riduzione tale che la sua larghezza sia circa sette o otto volte lo spessore (parlando di un grande progetto), potrai cominciare la sfaldatura a pressione. La sfaldatura si ottiene mettendo il proprio oggetto in una fodera di cuoio spesso, che dovrai tenere in mano. Posiziona poi uno strumento appuntito sul bordo della pietra, applicando una pressione verso l'interno e concentrando l'energia verso il palmo della mano, non lontano da essa come durante la percussione, bensì ad un angolo di 45°. Esatto! Lavorerai ad una direzione opposta rispetto alla percussione, facendo sempre attenzione al lato che riesci a vedere mentre la stai tenendo. Questa pressione staccherà una piccola e sottile lamina dalla pietra. Più lentamente e più a lungo eserciti la pressione, più lunghe saranno le lamine. Le lamine lunghe sono le migliori, poiché comportano un'efficace riduzione dello spessore della pietra. Fino al 90% del tuo lavoro può essere impiegato nel processo di sfaldatura, e solo il restante 10% nella percussione, quindi sii paziente e lavora rimanendo concentrato sui dettagli. Non dimenticare di lisciare sempre il bordo dopo OGNI serie di lamine. Non rimuovere due lamine nello stesso punto senza poi levigare. Più ti avvicini alla fine della lavorazione del prodotto, meno duramente dovrai raschiare, siccome verso la fine il tuo lavoro presenterà bordi delicati e affilati come rasoi. Lo strumento con cui effettuare la sfaldatura deve essere un perno di circa 1 cm x 30 cm, in legno di melo da siepe, noce, frassino o quercia, insomma un qualsiasi legno massiccio ma flessibile; non utilizzare mai pino, abete, pioppo o conifere. Al perno va aggiunto un chiodo di rame affilato, fissato saldamente in un buco ad una delle estremità. Acciaio, ferro, ottone e bronzo sono troppo duri per lavorare la pietra e non vanno bene per la sfaldatura. Frantumeranno il tuo lavoro, anziché modellarlo. L'alluminio è troppo delicato e fragile. Il chiodo o il filo di rame non dev'essere spesso meno di mezzo centimetro, e non deve sporgere dal perno per più di un centimetro, siccome il rame è piuttosto morbido e potrebbe piegarsi fin troppo. Tradizionalmente, veniva utilizzato un corno appuntito di cervo, che funziona bene quasi quanto il rame. Lo strumento con cui eseguirai la sfaldatura dovrà essere affilato con una certa frequenza.
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    Se sei preoccupato per l'insorgere di eventuali tendiniti a causa degli sforzi dovuti alla sfaldatura (leggi le avvertenze più in basso) puoi avvalerti del metodo di pressione indiretta. I risultati sono molto diversi esteticamente, ma tale procedimento può essere ancora più efficace nel ridurre lo spessore su entrambi i lati della pietra. Anche in questo caso, inserisci il blocco di pietra grezza all'interno della fodera di cuoio, quindi mettila a terra in mezzo ai piedi, o fra le ginocchia (è meglio a terra, onde avere maggiore stabilità). Usa poi il tuo strumento da sfaldatura come un punteruolo sul bordo del blocco di pietra, e colpisci la sommità dello strumento che stai usando con una billetta che ritieni abbastanza solida per poter lavorare la pietra, ma che riesci a controllare con sicurezza. Attenzione alla gravità di ogni colpo man mano che ci si avvicina al completamento del progetto. Una buona idea è tagliare lo strumento che si sta utilizzando per la sfaldatura fino a circa 15 cm. Se possibile, afferra la punta di rame (o corno) fissata al perno, estraine una porzione pari a circa 5 cm trovando un punto che sia abbastanza smussato ma al contempo appuntito, in modo tale da potervi concentrare l'energia. Il metodo di pressione indiretta richiede molta pratica e, durante i primi tentativi, porterà sicuramente qualche insuccesso. Ma, quando riuscirai ad avere maggiore padronanza, funzionerà altrettanto bene quanto la sfaldatura tradizionale, se non meglio, e salverà i gomiti da danni potenzialmente enormi. Puoi concludere il lavoro su lato e bordo con una minima pressione sulle lamine.
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    Ad ogni serie di lamine che togli da uno dei margini, alterna il lato della pietra da cui rimuovere il materiale. Se hai percosso o scheggiato una serie di lamine in un determinato senso, leviga il bordo e capovolgi il blocco di pietra per rimuovere il materiale dal lato opposto, sul medesimo bordo. Alterna anche i margini! Prova a non lavorare sullo stesso margine per due volte di seguito, piuttosto passa da un margine all'altro così da non alterare la compattezza del materiale in fase di riduzione. Tuttavia è possibile, e mentre imparerai lo troverai spesso necessario, lavorare la stessa faccia da lati opposti per rimuovere porzioni di materiale da spigoli malmessi a causa della forza applicata precedentemente o delle naturali inclusioni nel materiale.
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    Ripeti il procedimento fino a che non avrai modellato la pietra nella forma desiderata. Concludi la sfaldatura a pressione senza, questa volta, levigare i bordi. Lasciare il bordo tagliente e grezzo per l'uso come strumento.
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    Concludi con le rifiniture intagliando la base o ponendovi un fusto. Ancora una volta, puoi farlo effettuando la scheggiatura alla base dello strumento finito. Assicurati di smussare la base e gli intagli in modo da non tagliare la corda che userai per legarla a un manico o a un palo. Lascia però i bordi taglienti! In alternativa, puoi tenere lo strumento così com'è senza aggiungere intagli o fusti. Utilizza una pietra abrasiva sulla base per smussarla in modo tale che possa essere legata a un'asta di legno o a un manico.
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Consigli

  • Lavora la pietra, o un equivalente materiale, a partire dai bordi e lasciando più spesso il centro della faccia, per evitare che si rompa a metà.
  • Ricorda di utilizzare un materiale che non sia granuloso, bensì che riveli una superficie liscia al momento della rottura.
  • Compra un buon libro che illustri questa tecnica, come ad esempio: Primitive Technology II: Ancestral Skill by David Wescott ISBN 1586850989
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Avvertenze

  • Utilizza sempre protezioni per gli occhi. Lavorare la pietra provoca una pioggia di schegge che si muovono in ogni direzione ad una velocità impressionante.
  • Una nota sulla protezione delle vie respiratorie. NON praticare la scheggiatura al chiuso, poiché la grande quantità di polvere che viene sprigionata, nel tempo, risulta pericolosa per i polmoni (e anche per la superficie oculare). Qualunque sostanza vetrosa o a base di silicio si rompe a livello molecolare, ed è 70.000 volte più affilata dell'acciaio levigato. Dunque la polvere che si viene a produrre è una versione microscopica delle lunghe lamine rimosse durante la riduzione litica, e ciò è estremamente pericoloso. È per questo motivo che le mascherine antipolvere del negozio di ferramenta NON SONO ADATTE alla protezione, visto che la polvere riuscirebbe a passare liberamente. Dovresti comprare invece una speciale e molto costosa maschera, come quelle utilizzate nelle fabbriche di vetro o scafi, ma – se si lavora al chiuso – rimane comunque la possibilità di sovraesposizione, tanto per te quanto per gli eventuali presenti. Puoi evitare l'acquisto di una maschera simile semplicemente lavorando all'aperto dove tira una forte brezza, lontano da strutture, mura o altre cose che impediscano all'aria di circolare. L'esposizione prolungata alla polvere da scheggiatura causerà, anche nell'arco di pochi anni, una condizione nota come silicosi, in cui gli alveoli – le “sacche” presenti nei polmoni – si irritano a tal punto da non riuscire più a riempirsi d'aria. Può causare anche un accumulo di tessuto cicatriziale sulle cornee esposte. Dunque lavora all'aria aperta, è così semplice. Consiglio vivamente di procurarsi un ventilatore grande e ad alta potenza che muova sempre l'aria attorno alla zona di lavoro.
  • Riscalda, letteralmente, i gomiti prima di iniziare la scheggiatura. Un asciugamano caldo e umido è perfetto a tal proposito. In concomitanza con la sfaldatura a pressione è possibile che si presentino tendiniti o gomito del tennista, solitamente nel braccio che stringe la pietra da lavorare: problemi simili sono il risultato della posizione tenuta dal gomito nell'atto di lavorare la pietra. Le tendiniti causate dalla scheggiatura non guariscono facilmente, e possono essere debilitanti. La mia infatti lo è, e ho solo 31 anni, ed anche quella di molti miei amici. Come ho imparato ad evitare questo problema: utilizza uno strumento da sfaldatura lungo almeno 30 cm, se non il doppio, facendo leva contro l'anca e cercando di appoggiare l'altra mano all'interno della gamba. Cerca di non piegare il gomito della mano che tiene la pietra da lavorare; piuttosto, utilizza l'interno della gamba aggiungendo la forza del polso per darti stabilità. Stringi lo strumento appena sopra il centro, così che il legno possa flettersi e lavorare per te.
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Cose che ti Serviranno

  • Coprigambe in pelle
  • Protezione per gli occhi
  • Diversi percussori di pietra rotondi della dimensione compresa fra 5 e 10 cm
  • Una billetta con la punta di rame o un oggetto in corno (meglio di alce)
  • Uno strumento per la sfaldatura a pressione (o un grande perno di legno con un chiodo di rame sulla punta, oppure un appuntito corno di cervo)
  • Una pietra abrasiva
  • Una consistente quantità di selce, ossidiana, ceramica sanitaria, vetro di scarto, fossili organici, ecc.
  • Un cuscinetto in pelle di circa mezzo centimetro di spessore delle dimensioni di 30 cm x 30 cm per la protezione delle mani durante il processo di sfaldatura
  • Un ventilatore ad alta potenza
  • Uno sgabello comodo
  • Pantaloni che coprono la parte superiore delle scarpe

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Categorie: Hobby & Fai da Te
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