Schema che mostra gli effetti negativi della privazione del sonno sul corpo umano.

Il debito di sonno o deficit di sonno è una condizione fisiologica che indica l'accumulo di ore di sonno arretrato, difficili da recuperare, che porta ad una serie di effetti biologici critici tra cui affaticamento mentale e fisico.[1]

Nella società attuale, molto spesso, l'impatto della carenza di sonno sull'organismo è ampiamente sottovalutato sia dai medici che dall'opinione pubblica.[2][3]

Principali effetti conosciuti

Nell'organismo, la carenza di sonno è in grado di influenzare negativamente le capacità fisiche e intellettive.[4][5] Gli studi condotti dimostrano che le regioni cerebrali in una condizione di mancanza di sonno funzionano male, come ad esempio le regioni che supportano la memoria, l'apprendimento e l'elaborazione linguistica.[6]

Come già citato, tra numerose conseguenze psichiche della privazione di sonno abbiamo un deficit dell'attenzione e della memoria, ma anche l'umore sembra risentirne negativamente. Tali conseguenze, durante la routine quotidiana possono portare a facili incidenti, dimenticanze, riflessi rallentati e tempi di reazione più lunghi, con un conseguente impatto sociale negativo. L'esecuzione di attività che richiedono una particolare attenzione, è profondamente correlata al numero di ore di sonno effettuate durante la notte, e se esse sono poche, va a svantaggio della funzione cognitiva durante il giorno.

A livello fisico abbiamo una elevata vulnerabilità nell'andare incontro a complicanze quali ipertensione, diabete e obesità.[7]

È stato dimostrato che il controllo della veglia è fortemente influenzato dalla proteina orexina.[8] Nel 2009 uno studio condotto dall'Università di Washington ha rivelato che la mancanza di sonno possa aumentare nel cervello i livelli di Betamiloide, una proteina responsabile della malattia di Alzheimer.[9]

Impatto sociale

Secondo diverse pubblicazioni,[10] nella società attuale, è facile imbattersi in uno stato di carenza di sonno, causato perlopiù dagli impegni lavorativi che non permettono di fare un adeguato riposo di almeno 8 ore per notte, e la categoria più colpita è quella dei turnisti, che risentono notevolmente degli effetti della privazione del sonno.[2] Inoltre, una ricerca suggerisce che buona parte della popolazione mondiale non riesce a soddisfare completamente il bisogno di sonno.[11][12][13]

La carenza di sonno, come risaputo, influenza negativamente le prestazioni in ambito sociale e lavorativo facilitando errori, anche fatali, come nel caso dell'incidente aereo del volo Air India Express 812 del 2010 con 158 vittime,[14] le cui cause sono state interamente attribuite all'eccessivo affaticamento dei piloti.

Nel caso della guida automobilistica la carenza di sonno con conseguente microsonni è causa di numerosi incidenti più numerosi e gravi della guida in stato di ebbrezza.

Active City Stop e Attention Assist

Active City Stop (noto anche come Active City Brake) e Attention Assist sono due sistemi di sicurezza attiva volti a prevenire gli effetti del colpo di sonno. Il primo attiva un segnale acustico e la frenata quando il guidatore si avvicina troppo a pedoni, ciclisti o autoveicoli. Il secondo valuta alcuni parametri, tra cui l'inclinazione della testa, la capacità di non deviare dalla propria corsia di marcia e l'utilizzo degli indicatori di direzione, emettendo, in caso di sospetto colpo di sonno, un segnale acustico e trasmettendo una vibrazione al volante.[15]

Note

  1. Dinges DF, Pack F, Williams K, etal, Cumulative sleepiness, mood disturbance, and psychomotor vigilance performance decrements during a week of sleep restricted to 4–5 hours per night, in Sleep, vol. 20, n. 4, aprile 1997, pp. 267–77, PMID 9231952.
  2. 1 2 Kathleen Fackelmann, Study: Sleep deficit may be impossible to make up, in USA Today, 25 novembre 2007.
  3. Walker, M.P. (2009, October 21). *Sleep Deprivation III: Brain consequences – Attention, concentration and real life.* Lecture given in Psychology 133 at the University of California, Berkeley, CA.
  4. Mark Fisher, Sleeping well isn't easy, but it doesn't have to be hard either., su supplementyoursleep.com. URL consultato il 19 ottobre 2015.
  5. "First Biomarker for Human Sleepiness Identified", Record of Università Washington a Saint Louis, January 25, 2007
  6. Alhola P, Polo-Kantola P., Sleep deprivation: Impact on cognitive performance., su ncbi.nlm.nih.gov, PMID 19300585.
  7. Sleep and Disease Risk | Healthy Sleep, su healthysleep.med.harvard.edu.
  8. Kristen L. Knutson, Karine Spiegel, Plamen Penev e Eve Van Cauter, The metabolic consequences of sleep deprivation, in Sleep Medicine Reviews, vol. 11, n. 3, giugno 2007, pp. 163–178, DOI:10.1016/j.smrv.2007.01.002, PMC 1991337, PMID 17442599. URL consultato il 19 ottobre 2015.
  9. J.E. Kang, M.M. Lim, R.J. Bateman, J.J. Lee, L.P. Smyth, J.R. Cirrito, N. Fujiki, S. Nishino and D.M. Holtzman, Amyloid-{beta} Dynamics Are Regulated by Orexin and the Sleep-Wake Cycle, in Science, vol. 326, n. 5955, 2009, pp. 1005–7, DOI:10.1126/science.1180962, PMC 2789838, PMID 19779148.
  10. "U.S. Racking Up Huge "Sleep Debt"", National Geographic Magazine, February 24, 2005
  11. Jim Horne, Is there a sleep debt?, in Sleep, vol. 27, n. 6, settembre 2004, pp. 1047–9, PMID 15532195.
  12. National Time Use Studies (1965–1985), su umd.edu.
  13. National Time Use Studies (1998 - 2001), su umd.edu.
  14. Indian air crash blamed on sleepy pilot, su telegraph.co.uk.
  15. Sicurezza in auto: tutte le sigle, dall’ABS al TCS, su infomotori.com. URL consultato il 14 novembre 2022.

Bibliografia

  • Dement, William C., MD, PhD "The Promise of Sleep.", Delacorte Press, Random House Inc., New York, 1999.
  • Matthew Walker, Perchè dormiamo., 2018, trad. Eva Filoramo, Espress edizioni, Torino, ISBN 978 88 97412 60 1

Voci correlate

Collegamenti esterni

Questa voce è stata pubblicata da Wikipedia. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.