Miocardite
Immagine istologica di miocardite in paziente deceduto - Microscopio ottico
Specialitàcardiologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD009205
MedlinePlus000149
eMedicine156330 e 1612533

La miocardite è una malattia infiammatoria acquisita che coinvolge il muscolo cardiaco e che riconosce diversi agenti causali, più spesso virus, ma anche altri microrganismi come batteri, funghi e protozoi, malattie autoimmuni (sclerodermia, vasculiti) e sostanze tossiche.[1]

Sintomi e segni

  • astenia protratta
  • dispnea
  • dolore toracico
  • aritmie
  • recente malattia virale (febbre, sintomi respiratori e gastrointestinali)
  • indici di danno miocardico
  • indici elevati di infiammazione (VES, PCR, leucocitosi)

Eziologia

Si dividono le miocarditi in base alla loro eziologia:[2]

  • miocardite infettiva: è la forma più comune. Causata da:
    • virus: coxsackie, adenovirus, virus dell'influenza A e B, parvovirus B19, EBV, CMV, herpes virus;
    • batteri: infezione reumatica e scarlattina;
    • protozoi;
  • miocardite autoimmune: per attivazione abnorme del sistema immunitario, secondaria a infezione virale, LES, sclerodermia e sarcoidosi;
  • miocardite a cellule giganti: colpisce in particolare i giovani, ha prognosi sfavorevole;
  • miocardite da ipersensibilità: indotta da farmaci, sostanze tossiche, e associata a ipereosinofilia.

Anatomia patologica

La miocardite non trova riscontro a livello macroscopico; è necessario quindi distinguere il tipo di infiltrato infiammatorio per effettuare una diagnosi. Troviamo un infiltrato linfocitario nelle infezioni virali e batteriche, mentre nelle miocarditi acute a veloce progressione troviamo neutrofili o cellule giganti. Può esserci un infiltrato di eosinofili nell'ipereosinofilia idiopatica o sindrome di Loeffler. La presenza di fibrosi può indicare una miocardite in stato borderline o di guarigione.

È importante fare diagnosi differenziale con la malattia ischemica del miocardio. Solitamente, l'interessamento necrotico a focolaio del miocardio è suggestivo di miocardite, a differenza della necrosi "a ventaglio" (con apice a livello del vaso occluso e necrosi nel territorio d'irrorazione) tipica dell'infarto.

Manifestazioni cliniche

La presentazione può essere estremamente variabile, con diverse forme:

  • fulminante: improvvisa disfunzione cardiaca;
  • simil-infartuale: dolore toracico di natura oppressiva insieme a sopraslivellamento del tratto ST, con rialzo degli indici di necrosi;
  • a presentazione aritmica: con aritmie sopraventricolari e ventricolari gravi;
  • cronica: preceduta da una fase silente, si presenta con progressivo scompenso cardiaco.

Diagnostica

  • ECG: per la ricerca di anomalie aspecifiche del tratto ST e dell'onda T;
  • RM cardiaca: per identificare aree di danno;
  • Ecocardiogramma;
  • Biopsia: esame fondamentale, con ricerca di genoma virale con PCR.

Prognosi

Nella maggior parte dei casi la malattia si risolve in 4-6 settimane circa, senza importanti esiti. Se cronicizza invece può evolvere verso una cardiomiopatia dilatativa.[3]

Note

  1. Gianfranco Sinagra, Marco Anzini, Naveen L. Pereira, Rossana Bussani, Gherardo Finocchiaro, Jozef Bartunek e Marco Merlo, Myocarditis in Clinical Practice, in Mayo Clinic Proceedings, 2016, DOI:10.1016/j.mayocp.2016.05.013, ISSN 0025-6196.
  2. Claudio Rugarli, Filippo Crea, Medicina interna sistematica. Estratto. Malattie del sistema circolatorio, Vignate, Edra, 2019, pag 183
  3. Claudio Rugarli, Filippo Crea, Medicina interna sistematica. Estratto. Malattie del sistema circolatorio, Vignate, Edra, 2019, pag 185

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