Pandemia di COVID-19 in Kirghizistan epidemia | |
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![]() Da 10 a 99+ casi Da 100 a 999+ casi Da 1000 a 9999+ casi Casi sospetti La mappa dei casi in Kirghizistan.Diffusione al 10 maggio 2020 | |
Patologia | COVID-19 |
Origine | Wuhan (Cina) |
Nazione coinvolta | Kirghizistan |
Periodo | 18 marzo 2020 - 5 maggio 2023 |
Dati statistici[1] | |
Numero di casi | 85 071[2] (7 febbraio 2021) |
Numero di guariti | 81 635 (7 febbraio 2021) |
Numero di morti | 1 426 (7 febbraio 2021) |
Sito istituzionale | |
Il primo caso della pandemia di COVID-19 in Kirghizistan è stato confermato il 18 marzo 2020.[3]
Antefatti
Il 12 gennaio 2020, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha confermato che un nuovo coronavirus era la causa di una nuova infezione polmonare che aveva colpito diversi abitanti della città di Wuhan, nella provincia cinese dell'Hubei, il cui caso era stato portato all'attenzione dell'OMS il 31 dicembre 2019.[4][5]
Sebbene nel tempo il tasso di mortalità del COVID-19 si sia rivelato decisamente più basso di quello dell'epidemia di SARS che aveva imperversato nel 2003,[6] la trasmissione del virus SARS-CoV-2, alla base del COVID-19, è risultata essere molto più ampia di quella del precedente virus del 2003, ed ha portato a un numero totale di morti molto più elevato.[7]
Il 5 maggio 2023, l'Organizzazione mondiale della sanità dichiara ufficialmente la fine della pandemia[8][9][10][11][12].
Cronistoria
Il governo kirghizo ha confermato i primi tre casi di COVID-19 nel paese il 18 marzo 2020, in particolare le tre persone contagiate erano cittadini kirghizi rientrati poco tempo prima dall'Arabia Saudita, esattamente un giorno dopo che il governo aveva deciso di chiudere i propri confini agli stranieri,[3] le quali furono immediatamente poste in quarantena.[13]
Due giorni dopo, altri tre casi di COVID-19 furono registrati nel distretto di Nookat, nella regione di Oš, e anche in questo caso si trattava di persone rientrate da poco dall'Arabia Saudita, dove erano state per un pellegrinaggio religioso. Il tutto portò alla dichiarazione dello stato di emergenza nell'intero distretto.[14]
I casi si sono poi via via susseguiti, trattandosi sia di persone che erano state a contatto con i contagiati nel paese, sia di persone di ritorno da altri paesi, tanto che alla fine di marzo i casi confermati avevano raggiunto le 107 unità e alla fine di aprile erano diventati 746, con il totale delle morti, la prima delle quali si era registrata il 2 aprile, che era salito a 8.
Andamento dei contagi
Risposta del governo
Messi in allarme da quanto stava accadendo in Cina e nei paesi europei, il Kirghizistan e gli stati ad esso confinanti come Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan decisero di prendere alcune misure di sicurezza già prima di registrare casi all'interno dei propri confini.[3][15] Così, già ai tempi del primo contagio, avvenuto il 18 marzo 2020, il governo da tempo deciso di chiudere le frontiere agli stranieri e di limitare o di sospendere del tutto, a seconda dei distretti, le occasioni di assembramento pubblico, vietando, ad esempio, la jumuʿa, ossia la preghiera del venerdì, nelle moschee. Proprio il 18 marzo, inoltre, il premier kirghizo, Muxammedkalıy Abılgaziev, decise le mascherine chirurgiche sia importate che esportate dal Kirghizistan non sarebbero state soggette ad alcuna imposta sul valore aggiunto.[16]
Il 21 marzo, un giorno dopo aver riscontrato i secondi tre casi positivi e con i casi raddoppiati rispetto al giorno prima, essendo arrivati a 12, il governo ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza a partire dal 22 marzo e per il periodo di un mese.[17] Lo stesso giorno, inoltre, a Biškek, la capitale kirghiza, tutti i trasporti pubblici, ad eccezione dei filobus, hanno sospeso il servizio al fine di limitare la diffusione del contagio nella città.
il 24 marzo 2020, il governo ha confermato lo stato di emergenza fino al 15 aprile nelle tre maggiori città del paese, ossia Biškek, Oš e Žalalabad e nelle loro regioni. A Biškek, inoltre, è stato indetto il coprifuoco dalle 20:00 alle 07:00 e sono stati istituiti dei posti di blocco che controllano le entrate e le uscite dalla città.[18]
Note
- ↑ Numero complessivo di casi confermati e sospetti.
- ↑ Official COVID-19 website in Kyrgyzstan, Ministero della sanità del Kirghizistan. URL consultato il 13 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2020).
- 1 2 3 Coronavirus reaches Kyrgyzstan, via Saudi Arabia, in The Jakarta Post, 18 marzo 2020. URL consultato il 10 aprile 2020 (archiviato il 21 marzo 2020).
- ↑ NUOVO CORONAVIRUS–CINA (PDF), Ministero della salute, 12 gennaio 2020. URL consultato il 12 aprile 2020.
- ↑ Novel Coronavirus Information Center, su elsevier.com, Elsevier. URL consultato il 10 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2020).
- ↑ Covid-19, Oms: non è mortale come Sars e Mers, su salute.gov.it, Ministero della salute, 18 febbraio 2020. URL consultato il 12 aprile 2020.
- ↑ Michael Ryan, Il coronavirus ha ucciso più della Sars. L'Oms: "I contagi in Cina si stanno stabilizzando". E Amazon si ritira dal MWC a Barcellona, in La Repubblica, 9 febbraio 2020. URL consultato il 10 aprile 2020.
- ↑ Covid, l’Oms dichiara la fine dell’emergenza. La stima: «In 3 anni almeno venti milioni di decessi», su Corriere della Sera, 5 maggio 2023.
- ↑ Pandemia Covid, l'Oms dichiara la fine dello stato di emergenza, su SkyTG24, 5 maggio 2023.
- ↑ (EN) Covid global health emergency is over, WHO says, su BBC News, 5 maggio 2023.
- ↑ (EN) WHO says Covid-19 is no longer a global health emergency, su CNN, 5 maggio 2023.
- ↑ L’Oms dichiara finita l’emergenza Covid-19, su Fanpage, 5 maggio 2023.
- ↑ Nazir Aliyev Tayfur, Kyrgyzstan reports 1st coronavirus cases, su aa.com.tr, AA. URL consultato il 12 aprile 2020.
- ↑ COVID-19: Central Asia Employs Additional Measures; Armenia Suspends Exports Of Medical Items, su rferl.org, RadioFreeEurope/RadioLiberty, 20 marzo 2020. URL consultato il 10 aprile 2020 (archiviato il 20 marzo 2020).
- ↑ COVID-19 (nuovo coronavirus). Misure restrittive all’ingresso in Kazakhstan e Kyrgyzstan, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, 24 febbraio 2020. URL consultato il 10 aprile 2020.
- ↑ Imported face masks are exempt from value added tax in Kyrgyzstan, su akipress.com, Akipress, 18 marzo 2020. URL consultato il 10 aprile 2020.
- ↑ Olzhas Auyezov, Central Asia tightens restrictions as coronavirus spreads, Reuters, 21 marzo 2020. URL consultato il 10 aprile 2020 (archiviato il 22 marzo 2020).
- ↑ Olga Dzyubenko, Kyrgyzstan locks down major cities, imposes curfew, su reuters.com, Reuters, 24 marzo 2020. URL consultato il 10 aprile 2020 (archiviato il 24 marzo 2020).
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Mappa mondiale del coronavirus, casi confermati - Mappa i percorsi dei casi confermati del coronavirus.