La scotomizzazione è l'atto psicologico dello scotomizzare. Estensione del concetto oculistico di scotoma da cui eredita l'etimo (derivazione dal greco antico σκότωμα, "oscuramento", "ottenebramento"),[1] indica anzitutto il meccanismo di difesa psicotico di negazione inconscia, con cui «il soggetto occulta o esclude dall'ambito della sua coscienza o della memoria un evento o un ricordo a contenuto penoso o sgradevole.»[2]

Ma quest'accezione psicoanalitica e psicodinamica del «non percepire un elemento presente nella situazione e che potrebbe generare ansia»[3] non ne esaurisce l'intera gamma di senso. Infatti esiste anche una scotomizzazione d'origine intellettiva, per dissonanza cognitiva o per fissazione cognitiva, studiata dalla psicologia cognitiva e dalla psicologia sociale. In questo caso si tratta di pregiudizi e stereotipi mentali, di "preconcetti" o "precomprensioni" (Vorverständnisse) nel significato ermeneutico di Gadamer, i quali limitano la capacità di prendere in considerazione e di prestare attenzione ad ulteriori dati disponibili in un determinato contesto.

Note

  1. scotomizzare, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. Scotomizzazione, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. Scotomizzazione, in Sapere.it, De Agostini.

Voci correlate

  • Meccanismo di difesa
  • Negazione (psicologia)
  • Preconcetto nella filosofia ermeneutica di Gadamer
  • Pregiudizio
  • Sindrome di Pollyanna
  • Stereotipo

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