Il collo contiene diversi bersagli vulnerabili per la compressione, comprese le arterie carotidi

Lo strangolamento (dal latino strangulare: tirare a sé con forza[1]) è una forte pressione esercitata sul collo di un soggetto attraverso un mezzo strumentale (lacci, corde, garrote o altro) che ne causa la morte per asfissia.[2]

Nel caso invece la pressione sul collo sia esercitata direttamente dalle mani dell'aggressore, si parla di strozzamento.[3]

Sebbene questa sia la corretta definizione tecnica e medico-legale, nel linguaggio comune la distinzione tra "strozzare" e "strangolare" viene spesso a perdersi.[4][5]

Lo strangolamento può avvenire per cause dolose, ma anche per incidente, in genere in ambito domestico o sul lavoro.[2]

Tre meccanismi concorrono:[2]

  • Quello asfittico o soffocamento: nel quale la chiusura delle vie aeree risulta non completa e che comporta tempi più lunghi per realizzarsi.
  • Quello circolatorio: nel quale la forza è tale da occludere i vasi del collo, le carotidi comuni e le vene giugulari, impedendo o ostruendo il flusso sanguigno cerebrale.
  • Quello nervoso: nel quale la forza stimola il nervo vago che provoca per riflesso bradicardia e arresto cardiaco.

Note

  1. Dizionario Etimologico Piangiani, Strangolare
  2. 1 2 3 Dizionario della Salute, Strangolamento
  3. Asfissia Forense: soffocamento, impiccamento, strozzamento, strangolamento, annegamento, su Scena Criminis, 27 agosto 2014. URL consultato il 13 agosto 2021.
  4. Vocabolario Treccani, su treccani.it.
  5. strozzare in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 24 agosto 2021.

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