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La prima bbinidizzione papale Le corna ródeno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti apocrifi

'NA BBONA LEZZIONE.


     Dichi che nun hai sorte, eh, Simeone?
Subbito che,1 tte pijji ’n accidente,2
Sei granne e ggrosso e bbello cazzaccione,
E ancora nun capischi propio ggnente!

     Vòi sape ch’hai da fà, bbrutto cojjone,
Si ttu qni a Rroma vòi intontì3 la ggente?
’Gni mese vatt’a ffà la commuggnóne,4
Che lo sappi er Curato e ’r Presidente;5

     Sèntete la tu’ messa ’ggni matina;
Va’ ar Caravita6 a cciancicà7 rosari;
Sur culo datt’un po’ dde disciprina,

     Come fanno li furbi e li somari:
Eppoi sàppime a ddì,8 ppe’ ccristallina!,9
S’in testa nun te fiòccheno10 l’affari!

  1. [Una volta che; poichè.]
  2. [E detto per complimento.]
  3. [Intontire: ingannare, imbrogliare, ecc.]
  4. [La comunione, e in modo ecc.]
  5. [Il Curato della tua parrocchia e il Presidente di polizia del tuo rione: le due autorità da cui immediatamente dipendeva ogni cittadino della Roma papale. Cfr il sonetto: Li sparagni, 3 dic. 32; e, in questo volume, la nota. 1 del sonetto: Er Curato, 13 nov. 33.]
  6. [Oratorio notturno de' Gesuiti. V. in questo volume la nota 8 del sonetto: L'ingegno ecc., 18 dic. 32.]
  7. [Ciancicare: masticare, biasciare.]
  8. [Sappimi dire,]
  9. [Eufemismo di per Cristo.]
  10. [Non ti fioccano.]

Note

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