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Questo testo fa parte della raccolta V. Da 'Memorie e lagrime'
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A DIO
Dio, sol re della terra, alle tue tende
sempre del mio pensier l’ali son tratte,
e in te creilo, e nel ver che da te splende,
contra cui tanta cecitá combatte.
S’anco alla porta mia picchiano ratte
le inique sorti, il cor non se ne offende,
e te voglio cantar (sinché dislatte
mi sien le membra) e ’l ver ch’entro m’accende.
La queta solitudine dei boschi,
l’aere stellato e il mar senza confine
mi parlano di te, Dio forte e grande;
ma piú quest’alma, che sorvola ai foschi
casi, ai tempi crudeli, alle ruine
del mondo, e in canti e lacrime si spande.
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