Questo testo è incompleto.
Li penzieri dell'omo A la sor'Orzola
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838

A LA SORA TETA ZZAMPI

     Ma inzomma, è vvera o nnò, ssora Titina,1
La nova che mm’è stata ariccontata,
Ch’er zor Pippo va ffora a Mmascerata,
A spezzionà la truppa papalina?

     Vedi che zzuggna! Oh cquesta sì, pper dina,
Che mm’abbruscia e mme passa la corata!
E cchi cce la dà ppiù ’n’antra maggnata,
Come l’avemo avuta stammatina?

     Ma ppe’ la santa Vergine Mmaria!
È un gran dì cche cchi ttrova un pezzo d’oro
L’abbi da perde2 o da bbuttallo via!

     Fussi Papa sto povero stivale3
Sentiressivo4 in pieno concistoro:
“Ir ziggnor Pippo a Rroma, e ggenerale.„

23 settembre 1838

  1. Signora Teresina.
  2. L’abbia da perdere.
  3. Nel profferire questa parola si batte il petto.
  4. Sentireste, per “udreste.„

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.