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Traduzione dal greco di Achille Giulio Danesi (1886)
Antichità


Colui mi sembra essere ai Numi eguale,
     Che a te dinanzi si rimane assiso,
     E a te da presso udire puote il dolce
                              4Tuo favellare
E il dolce riso tuo, che suol nel petto
     Farmi balzare il cor, tal che a mirarti
     Nulla venirmi della breve voce
                              8Più non mi sento,
Ma tacita è la lingua, ed un sottile
     Foco mi scorre entro la pelle, un velo
     Gli occhi m’oscura, e dentro dagli orecchi
                              12Corre un ronzìo.
Va per le membra gelido sudore,
     Tutto un tremor m’assale, e smorta in volto
     Son più d’un’erba, senza spiro io sembro,
                              16Ma tutto s’osi.

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