Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Atto terzo - Scena IV | Atto terzo - Scena VI | ► |
SCENA V.
RUTLANDO e DETTI.
carlo.
E che? Rutlando,
Tu riedi dal conflitto?
rutlando.
O re, ti chiamo
In testimonio, e voi Conti, che in questo
Vil giorno il brando io non cavai: ferisca
Oggi chi vuol: gregge atterrito e sperso,
Io non l’inseguo.
carlo.
E non trovasti alcuno
Che mostrasse la fronte?
rutlando.
Incontro io vidi
Un drappello venirmi, ed alla testa
Più duchi avea: sopra lor corsi; e quelli
Calar tosto i vessilli, e fecer segni
Di pace, e amici si gridaro. - Amici?
Noi l’eravam più assai, quando alle Chiuse
Ci scontravam - Chiesero il re; le spalle
Lor volsi; or li vedrai. No: s’io sapea
A qual nemico si venia, per certo
Mosso di Francia non sarei.
carlo.
T’accheta,
Prode tra’ prodi miei. Bello è d’un regno,
Sia comunque, l’acquisto; in lungo, il vedi,
Non andrà questo; e non temer che manchi
Da far: Sassonia non è vinta ancora.
(entra il CONTE spedito da CARLO)
conte.
(a CARLO)
Eccardo è in campo, e verso noi s’avanza;
Ei procede in battaglia: i Longobardi,
Tra il nostro campo e il suo, sfilati, in folla,
Sfuggono a destra ed a sinistra: il piano,
Che da lui ci divide, or or fia sgombro.
carlo.
Esser dovea così.
conte.
Vidi un drappello,
Che s’arrendette ai nostri; e a questa volta
Venia correndo.
un altro conte.
È qui.
carlo.
Svarto, son quelli
Che m’annunziasti?
svarto.
Il son. - Compagni!
SCENA VI.
ILDECHI, ed altri DUCHI, GIUDICI, SOLDATI longobardi,
e DETTI.
ildechi.
O Svarto,
Il re!
carlo.
Son desso.
ildechi.
(s’inginocchia e mette le sue mani tra quelle di CARLO)
O re de’ Franchi e nostro!
Nella tua man vittoriosa accogli
La nostra man devota, e dalla bocca
De’ Longobardi tuoi l’omaggio accetta,
A te promess’o da gran tempo.
carlo.
Svarto,
Conte di Susa....
svarto.
O re, qual grazia?...
carlo.
Il nome
Dimmi di questi a me devoti.
svarto.
Il duca
Di Trento Ildechi, di Cremona Ervigo,
Ermenegildo di Milano, Indolfo
Di Pisa, Vila di Piacenza: questi
Giudici son; questi guerrieri.
carlo.
Alzatevi,