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I sonetti
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I SONETTI


I.


     Nel grigio ciel talvolta i miei sonetti
come falchi solinghi alzano il volo;
nell' azzurro talor, semplici e schietti,
4tripudian come le colombe a stuolo.

     Or si librano in alto ed or costretti
dalla fralezza lor radono il suolo;
ora tuban d’amor sotto i boschetti
8ed ora in cimiter piangon di duolo.

     E sen vanno così cercando il mondo,
di pensiero in pensier, di lido in lido,
11col volo spensierato e vagabondo;

     ma quando a sera mugge il vento infido,
quando la notte ingombra il ciel profondo,
14ecco, i sonetti miei tornano al nido.





II.


     «Ben tornati, o sonetti, al dolce nido
ch’io vi composi del mio core in fondo,
ben tornati all’asil morbido e fido
4dove giunger non può voce dal mondo.

     Con che amor vi accarezzo e vi sorrido
figli d’un genitor troppo fecondo!
Con che piena d’affetto io vi confido
8le rime tristi od il pensier giocondo!

     Rimanete con me, senza sospetti
d’invidia, di malizia o di lacciuolo,
11entro al nido natio securi e stretti!

     Non lasciatemi più deserto e solo,
restate nel cor mio cari sonetti....»
14E tornato il seren, prendono il volo!



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