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STUDENTESSE
I.
Eccole curve, povere figliole,
sulle pagine gravi e faticose
a contender coi testi e con le chiose,
a far l’anatomia delle parole.
Eccole curve nelle chiuse scuole
a domar pertinaci e coraggiose
nel silenzio di lunghe ore penose
l’anima che rifiuta, il cor che duole.
Ed eccole intristir, stanche, nervose,
sui saggi enigmi e sulle dotte fole
dei versi antichi e delle antiche prose!
Questa matrigna civiltà, che suole
chiamarsi buona ed è crudel, le pose
a combatter così, deboli e sole!
II.
E fuori, e fuori, ah come ride il sole
sulle pianure verdi e luminose,
baciando i fior dell’ultime viole,
4aprendo i bocci delle prime rose!
Come cantano al sol le boscaiole
e cantano con lor le selve ombrose!
Ecco Amor che trionfa e che rivuole
8l'inno dei fidanzati e delle spose.
Amore, Amor, che a senno suo dispose
dell’universo la feconda mole,
11anima dei viventi e delle cose!
E voi qui senza nozze e senza prole,
come la nuova civiltà v’impose,
14studiate il greco, povere figliole!!