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PRIMO EPISODIO
CORIFEO
230Clitennestra, siam qui, chini dinanzi
al tuo poter: ché giusto è, quando vuoto
resta il trono del re, prestare onore
alla sua sposa. Se per qualche fausta
novella tu sacrifichi, o soltanto
235perché la speri, volentieri udrei.
Ma, pur se taci, non me ne dorrò.
CLITENNESTRA
Col proverbio dirò: nuncia di bene
nasca l’aurora dalla madre notte.
Udrai maggior d’ogni speranza un giubilo:
240gli Argivi han presa la città di Priamo.
CORIFEO
Frantesi? Che dici? Io non so crederti!
CLITENNESTRA
Che Troia è degli Achei: non parlo chiaro?
CORIFEO
Serpe una gioia in me che il pianto provoca!
CLITENNESTRA
È del tuo buon volere indizio il pianto.
CORIFEO
245Di tanto, dimmi, c’è prova sicura?
CLITENNESTRA
C’è, come no? Se un Dio non ci delude!
CORIFEO
L’hai visto in sogno, forse? E tu lo credi?
CLITENNESTRA
Alla mente assonnata io prestar fede?
CORIFEO
Non ti pascesti d’una vana ciancia?
CLITENNESTRA
250Tu m’oltraggi! Non son fanciulla sciocca!
CORIFEO
Da quanto tempo è presa la città?
CLITENNESTRA
Dalla notte onde nata è questa luce.
CORIFEO
E qual nuncio poté giunger sí rapido?
CLITENNESTRA
Efesto, che lanciò dall’Ida un rutilo
255primo fulgore; ed una fiamma accese
l’altra fiamma sin qui, grazie all’araldo
fuoco. L’Ida all’Ermèa rupe di Lemno:
da Lemno poi l’Atòo, picco di Giove,
terzo accolse la gran fiaccola; ed alta
260sovra il dorso del pelago, la furia
della lampada in corsa, allegra scaglia
la vampa d’oro del Macisto ai vertici
simile a un sole: né il Macisto indugia,
né la sua parte di messaggio oblia,
265vinto dal sonno o smemorato. Ed oltre,
alle fluenti dell’Eurípo, giunge
il balenio del rogo; e del Messapio
giunge ai custodi, che sul fuoco gittano
un mucchio d’arida erica, e rispondono
270col fuoco al fuoco, ed oltre il nunzio inviano.
E non illanguidita, anzi piú valida,
la face, a guisa di lucente luna,
valica il pian dell’Asopo, e sui vertici
del Citerone, un nuovo passo suscita
275del messaggio di fuoco. E la custodia
non repudiò la peregrina luce,
anzi ne incese una maggior che l’altre.
E il bagliore volò su la palude
Gorgonia, e giunto ai picchi d’Egipanto,
280scosse le guardie, sí che non mancasse
la vampa: accendon quelle, e con grande impeto
oltre inviano una gran barba di fiamma,
ch’arda e la vetta superi imminente
sopra il varco Saronio: e irruppe, e giunse
285su la cima aracnèa, che incombe vigile,
su la città. Di lí venne alla casa
degli Atridi, la luce a cui fu avolo
il fuoco d’Ida. Per me dunque arse
tale corsa di fuochi: l’uno all’altro
290trasmise il segno; e vinse il primo e l’ultimo.
La prova eccoti e il segno della nuova
che lo sposo da Troia a noi mandò.
CORIFEO
I Numi, o donna, poi ringrazierò;
ma per disteso udire la novella
295vorrei, stupirne ancora: oh parla, parla!
CLITENNESTRA
Oggi stesso gli Achivi han presa Troia.
Dòmina, penso, un ululo discorde
per la città: ché se nel vaso istesso
l’olio mischi e l’aceto, li vedrai
300nimicamente scindersi. Cosí
per la sorte diversa udrai diverse
voci levare vincitori e vinti.
Questi, prostrati su le morte membra
degli sposi e i fratelli, ed i vegliardi
305sui figli ch’essi han generato, piangono,
già chini al giogo il collo, la sventura
dei carissimi loro. I vincitori
digiuni, spinge la fatica, e il lungo
errar notturno per la zuffa, ovunque
310offra pastura la città. Né v’è
ordine certo: ove la sorte spinse
ciascuno, entro le case dei Troiani
prigionieri, han dimora; e omai securi
dalle notturne brine e le rugiade,
315senza più scolte, sino alla nuova alba
dormiranno felici. Ove rispettino
gli Dei che Troia hanno in tutela, e i templi
della terra predata non saranno
vinti a lor volta, quelli che già vinsero.
320Deh! Non colga l’esercito desio
di predar quanto non si deve, o brama
di lucro! Ancora un braccio dello stadio,
del felice ritorno ancor la via
verso la patria, superar conviene;
325e pur se immuni dalle offese ai Numi
giungan le schiere, incomberà sovra esse
dei defunti l’Erinni — ove sciagura
pria non li colga. Questo dico, io donna.
E vinca il bene, e non con volto ambiguo:
330questo sovra ogni bene eleggerei.
corifeo
Donna, tu parli come uom saggio; ed io,
le certe prove che tu m’offri udite,
ad onorare i Numi m’apparecchio:
ché mercede non vil diêro ai travagli.
Clitennestra entra.