Questo testo è incompleto. |
◄ | Neve (Prati) | Ideale | ► |
Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
CXV
AL FALEGNAME
Per illepido riso o fatuo pianto
se del mondo de’ vivi è poco degno,
questo mio libro e il breve ultimo canto
a te, fabro di feretri, consegno.
Con brune fasce per funereo manto
corcalo in bara d’odorato legno;
né, se in gleba sinistra o in loco santo
tu lo nasconda, avrò letizia o sdegno.
Pur, se una brama che mi punge al core
vuoi ch’io t’esprima, al pallido volume
dá’ per sepolcro un cespuglietto in fiore.
E allor chi sa che su le frondi amiche
to talor non riveggia, al bianco lume
delle stelle, danzar l’ombra di Psiche.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.