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Traduzione dal greco di Achille Giulio Danesi (1886)
IV secolo a.C.
Questo testo fa parte della raccolta Poesie greche

O all’uman genere
     Laborïosa
     Meta e del vivere
     4Più bella cosa,
O Virtù, in Ellade
     Per tua beltà,
     Morire, o vergine,
     8In pregio s’ha,

E per te assiduo
     L’uom s’affaccenda,
     Se di te fervido
     12Amor lo renda.
Immarcescibile
     Frutto gli dài
     Dell’oro fulgido
     16Più caro assai.
Nè chi dà il vivere,
     Nè il dolce sonno
     Di te più amabili
     20Esser non ponno.
Il divino Ercole,
     Di Leda i figli
     Per te soffersero
     24Mille perigli,
E di te cupidi
     Achille chiaro
     E Ajace all’Erebo
     28Precipitâro.
Per te sì amabile
     Già l’Atarnide
     Del Sole i radii
     32Più non rivide1.
Onde per opere
     Chiare è immortale,

     E le Pieridi
     36Lo fanno tale,
Che onoran l’ospite
     Giove patrono
     E d’amicizia
     40Costante il dono.

  1. Ermia.


Note

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