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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Giuseppe Ercolani
XIX
Allora io vidi Morte lusinghiera
Senza l’usato di sua falce incarco,
E d’altro armata che di strali ed arco
Scender dall’alto dell’empirea sfera1:
5In mano avea lucida face, ed era
L’eterna face di che Amor va carco:
E con questa s’aprìa libero il varco,
Della gran fiamma e di se stessa altera.
Poi tutti a se chiamando in alto suono:
10Venite a me, dicea, ch’all’aspre some
De’ vostri affanni immortal pace io dono.
Maria mi diè quest’armi: e, non so come,
Da che entrai ne’ suoi lumi io dolce sono,
E non ho più di Morte altro che il nome.
- ↑ L’Autore dice: Se ti paresse strano che la Morte scenda dal Cielo, vedi il VI dell’Apocalisse.
Note
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