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Altri vanti il piè veloce,
Altri il pugile valor,
De’ Ciclopi il cor feroce
4E di Mida l’ostro e l’or;
Altri vanti di Titone
La bellezza celestial,
Altri vanti il bel sermone
8Onde Adrasto fu immortal;
Altri vanti il vasto impero,
Ove Pelope regnò;
Altri il mirto o finto o vero,
12Onde l’uomo si fregiò.
Ma se in guerra non dimostra
Fermo il volto, fermo il cor,
Ei sarà nell’età nostra
16Senza gloria e senza onor.
Quegli è prode, quegli è forte,
Quegli un inno meritò
Che fra i rischi della morte
20Corse intrepido e pugnò.
Questo è vanto, questa è lode,
Che l’oblìo mai non assal:
Questa gloria il giovin prode
24Rende ai posteri immortal.
Ei lodato dalle genti,
Della patria egli l’amor,
Perchè in mezzo ai combattenti
28Si lanciava con furor.
Ed ignaro del timore,
Vergognando di fuggir,
Fermo in volto, fermo in core
32Aspettava di morir.
Solo, intrepido, feroce
L’onda orribile aspettò,
E col brando e colla voce
36I nemici spaventò.
Alfin cadde, alfin la vita
L’atre Parche gl’involâr;
Ma nel petto la ferita
40Vider tutti e giubilâr.
Rotto ha l’elmo, traforata
La lorica ha quel guerrier;
Ma la man benchè gelata
44Stringe il brando in atto fier.
L’età bionda e la senile
Lamentando il suo destin,
Sull’avel di quel gentile
48Sparge il lauro cittadin.
Breve pietra, poca terra
La gran salma coprirà;
Ma negli anni della guerra
52Il suo nome non morrà.
I nepoti ammireranno
Quel valor che l’infiammò,
Ed ai figli narreranno
56«Ei la patria un dì salvò»
Finchè visse, spoglie ostili
Riportava vincitor,
Ed i giovani gentili
60Fecer plauso al suo valor.
I vegliardi predicâro
Benedetto quel guerrier,
Ed ai figli lo mostrâro
64Lacrimando di piacer...
Dalla patria, dagli amici
Chi vuol gloria meritar,
Faccia core e fra i nemici
68Corra intrepido a pugnar.