< Amori (Marino)
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Giovan Battista Marino - Amori (XVII secolo)
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Ove ch’io vada, ove ch’io stia, talora
in ombrosa valletta o ’n piaggia aprica,
la sospirata mia dolce nemica
sempre m’è innanzi, onde convien ch’io mora.
5Quel tenace pensier che m’innamora,
per rinfrescar la mia ferita antica,
l’appresenta a quest’occhi e par che dica:
io da te lunge, e tu pur vivi ancora?
Intanto verso ognor larghe e profonde
10vene di pianto e vò di passo in passo
parlando ai fiori, al’erbe, agli antri, al’onde;
poscia in me torno, e dico: ahi folle, ahi lasso;
e chi m’ascolta qui? chi mi risponde?
Miser, che quello è un tronco, e questo è un sasso.
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