Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | IV - La Solitudine | VI - La Felicità | ► |
Ch’io scenda all’artifizio
Di mendicata scusa?
Non posso: il volto ingenuo
4Col suo rossor m’accusa.
La tua lusinga è inutile,
È tardo il tuo lamento.
Tu l’esca a tanto incendio
8Negasti, ed ecco è spento.
Se d’importuno ostacolo
Soverchio Amor s’offende,
Dispiega i vanni instabili,
12Nè richiamato intende.
Le forme tue risplendono
Di non mortal bellezza;
Te sul fiorir non supera
16La Dea di giovinezza.
V’è più, che in me l’ingiuria
Del non amarti aggravi?
Tu vanti onor domestici
20Per venti etadi agli avi.
I Lari tuoi ridondano
Dei doni aurei di Pluto.
Là pallidi rispettano
24Gli amanti un tuo rifiuto.
Ma che? le sorti ordirono
Immobile catena;
E da sorgente incognita
28Piacer discende e pena.
O destinata a gemere
Sul tuo deluso foco,
Oh ti consola, e credimi,
32Che ’l mio trionfo è poco.
A me fanciulla indocile
Un ferreo giogo impose:
Me leggi aspre governano,
36Difficili, orgogliose.
Non prevedute grazie
in su quel viso han sede:
Ahi troppo il loro imperio
40Sulla beltà precede.
Il fasto, e gli spettacoli
L’austera odia e deride:
Sorge coll’alba: inselvasi,
44E tratta armi omicide.
Tale Atalanta narrano
Ninfa di cor feroce,
Che i cervi in sul Partenio
48Stancò col piè veloce.
Fido sull’orme rapide
Milaníon correa,
E all’amator selvatico
52I fianchi Amor pungea.
Tacque, ed osò sorridere
Da’ rami acuti offeso:
Stanca la vide, e gli omeri
56Gravò del caro peso.
Oh quante volte intrepido
Sfidò le irsute fere,
E alla sdegnosa vergine
60Offrì le spoglie intere!
Quest’arti, che s’aprivano
Sentiero al cor non molle,
Col tempo il disarmarono,
64E la superba volle.
Forse gli Dii mi pascono
D’una speranza incerta,
E forse a prezzo simile
68La mia vittoria è certa.
A tuo conforto io misero
Che posso darti intanto?
Fredda amistà, silenzio,
72E breve inutil pianto.