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Odi, i momenti volano,
Odi una volta, e cedi.
Ohimè! gli Dii ti perdono
4Se in Esculapio credi.
E l’erbe indarno, e i farmachi
In tuo favor prepara;
Tue labbra indarno chieggono
8La pia corteccia amara.
Lasso! una Furia immobile
Veglia alle porte, e grida;
L’altre d’infami aconiti
12Colman la tazza infida.
Morte l’offerta vittima
Impazíente affretta.
Trema: il tuo capo, o misera,
16È sacro alla vendetta.
Và; con promesse, e lagrime
Stanca la tua Diana;
Offendi il casto imperio
20Con servitù profana.
Altro giurasti: intesero
Per danno tuo gli Dei.
Lo sa Diana. Il Tartaro
24T’avrà, se mia non sei.
Essa al figliuol di Venere
Turbar non osa il regno;
Anzi il difende, e il libera,
28Il serve, e n’è sostegno.
Mentre Cidippe affidasi
Alle devote soglie,
Si vede a piè discendere
32L’aurato pomo, e ’l coglie.
O Dea, sarò d’Aconzio;
Ardito Amor vi scrisse.
Vide l’incauta vergine,
36Sarò d’Aconzio, e il disse.
Del giuramento incognito
Indarno il cor si dolse.
Giurato i labbri aveano;
40Diana il voto accolse.
L’accolse. Invano i talami
Altro imeneo chiedea:
Febbre crudel vietavali,
44E il petto infido ardea.
Ah se ad uguale ingiuria
Dar pena ugual ti piace,
Compi l’antico esempio,
48Gran Diva, e accorda pace.
Pace: d’Amor la gloria
Serba: costei si pente.
Partite, o febbri indomite,
52Dal bel corpo languente.
E tu, che incerta e tacita
Lasci a’ sospiri il corso,
O da terror derivino,
56O pur dal tuo rimorso;
Deh con più fido augurio
L’ignuda destra porgi,
Rompi il crudel silenzio,
60E morte inganna, e sorgi.
Qual speri onor, se all’Erebo
Discendi ombra spergiura?
Quai voti allor ti salvano
64Dalle roventi mura?
Pria d’una vita inutile
Pietoso il ciel mi privi;
Poscia gli Dii ti rendano
68Le tue promesse, e vivi.