< Andria < Atto primo
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Publio Terenzio Afro - Andria (II secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Luisa Bergalli (1735)
Atto primo - Scena II
Atto primo - Scena I Atto primo - Scena III


 
SIMONE, DAVO.

Simone
LA cosa è chiara, che mio figlio neghi

Di tor moglie, cosi mi accorsi essere
Sconvolto Davo, quando e’ sentì, ch’erano
Queste nozze sul farsi. Ma egli esce .

Davo
Ben avea maraviglia, che la cosa

Andasse in questo modo; e sempre stetti
In dubbio, dove avesse a riuscire
La placidezza del padron; che avendo
Udito come più dar non doveavisi
Moglie a suo figlio, non fe’ mai parola
Con alcuno di noi; ne mai mostrò
Che gli spiacesse.

Simone
Ben lo farà adesso;

E penso io, non senza che tu gliele
Paghi.

Davo
E volle cosi, acciocchè noi

Fuor de’ pensieri, stessimo col cuore
In una falsa allegrezza, e scacciata
Ogni paura, egli potesse incogliersi
Dormendo, e non avessimo più agio
Di frastornar le nozze. Oh, che astutezza!

Simone
Che dice il Manigoldo?


Davo
Ecco il padrone,

Ed io non l’aveva veduto.

Simone
Davo.


Davo
Oh, che cos’è?


Simone
Vientene un poco quì.


Davo
Che vuole ora costui?


Simone
Che parli tu?


Davo
Di che cosa?


Simone
Mi chiedi di che cosa?

E’ si è levata una voce, che mio
Figliuolo è innamorato.

Davo
Oh, alla fe,

Il popolo non ha altro, che fare,
Che aver la mente a lui.

Simone
Odi tu ciò,

Che dico, o no?

Davo
Io l’odo certo.


Simone
Ma

Lo andar a cercar ora queste cose
Ella è parte da padre indiscreto;
Imperciocchè di quanto nel passato
Ei fece, non m’importa. Finchè era
Tempo da queste cose, lo lasciai
Soddisfar a suo modo. Ora ci vuole
Altra sorta di vita, altri costumi.
Però ti chieggo, s’egli è giusto, e pregoti,
Davo, che insine e’ torni sulla buona
Strada.

Davo
Che sarà questo?


Simone
Tutti gli

Innamorati con disgusto, soffrono
Che lor sia data moglie.

Davo
Così dicono.


Simone
Che se poi danno orecchio a qualche loro

Consigliero sfrontato, per lo più
L’animo infermo si attiene al peggiore.

Davo
Io non intendo nulla.


Simone
No eh dunque?


Davo
No certo; ch’io son Davo, e non Edipo.


Simone
Vuoi dunque ch’io te la chiarisca, come

Un cristallo?

Davo
Si, fatelo di grazia.


Simone
S’ oggi mi accorgerò, che tu ti studi

Di tesser qualche inganno, acciocchè queste
Nozze sieno disciolte; o che tu voglia
Mostrar in questa cosa quanto tu
Sia astuto; dopo averti fatto prendere
Il legno Davo, ti caccierò a volgere
La mola, sinchè tu mi crepi sotto:
Con tal condizione, e giuramento
Tale, che s’io ti tolgo mai di là
Abbi a macinar io in vece tua.
Or bene, l’hai tu intesa ancora, o no?

Davo
Io l’ho intesa benissimo; così

Voi siete uscito, e non avete usato
Nessunissimo giro di parole.

Simone
In ogni cosa soffrirò di essere

Aggirato, ma in questa no.

Davo
Di grazia

Con le buone.

Simone
Tu uccelli, ch’io ti veggo

Bene; ma te lo dico, guarda di
Non operare cosi alla pazzesca;
Che poi tu non dicessi di non essere
Stato avvertito; io te lo dico, guardati.

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