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MISIDA, PANFILO, CARINO, DAVO.
- Misida
- OR or, dovunque siasi il vostro Panfilo,
Lo troverò, e lo condurrò qui
A voi: ma intanto voi, figliuola mia,
Non vi affannate.
- Panfilo
- Misida?
- Misida
- Chi è?
O voi mi date innanzi a tempo, Panfilo.
- Panfilo
- Che v’ ha di nuovo?
- Misida
- La padrona m’ha
Imposto, ch’io vi pregassi, che voi,
Se le volete ben, veniste là,
Ch’ella ha gran voglia di vedervi.
- Panfilo
- Oimè
Son morto. La faccenda va di male
In peggio. Vedi tu, com’ io, ed essa
Siam tormentati, tristi a noi, per tua
Opera? Certo ella mi fa chiamare,
Perch’ella avrà sentito la novella
Di queste nozze.
- Carino
- O come agevolmente
Potevano chetarsi queste cose
Se costui stava in pace.
- Davo
- Orvia, se egli
Non impazza da sè davanzo, dategli
La spinta.
- Misida
- Inverità per questo appunto
Ma vi chiama, ed è in maninconia,
La poveretta, per questo.
- Panfilo
- Io ti giuro
Misida, per gli Dei tutti, che mai
Non l’ abbandonerò; s’ io mi credessi,
Che mi avessero a diventar nimici
Tutti gli uomini. Io l’ho bramata, l’ho
Avuta; i nostri costumi si affrontano
Vadano col malanno tutti quei,
Che ci vorrebbon vedere disgiunti
Nessun la mi torrà, fuor che la morte.
- Carino
- Io torno in vita.
- Panfilo
- Non rispose mai
Apollo il vero, più di quel, ch’io ho fatto
Adesso. Se si può far, che mio Padre
Non creda, che le nozze vadian rotte
Per mia cagione; io l’ ho caro, non si
Può? vada la faccenda come vuole,
E sì lo sappia. Ora, che ve ne pare
Del fatto mio?
- Carino
- Che mi parete misero,
Come son io.
- Davo
- Io vo cercando pure
Qualche partito.
- Carino
- Almeno voi avete
Più coraggio di me.
- Panfilo
- So, che buon esito
Doverà aver questo tuo bel partito,
Che cerchi.
- Davo
- Certamente io farò poi
Qualche cosa.
- Panfilo
- Il bisogno sare’ subito.
- Davo
- Sonne a segno.
- Carino
- Che è?
- Davo
- Io sonne a segno
Pel Padron, non per voi, che non mi aveste
Franteso.
- Carino
- Ho inteso si.
- Panfilo
- Che farai tu?
Di grazia?
- Davo
- Io ho timore, che mi manchi
Il tempo tra le man, per colorire
Questo disegno, non vogliate credere,
Ch’io possa indugiar qui a raccontarvelo;
Però nettate di qua, che mi siete
D’impaccio.
- Panfilo
- Intanto io anderò su da lei.
- Davo
- Che fate voi, che non andate?
- Carino
- Vuoi
Che io ti dica il vero?
- Davo
- E’ sarà qui,
Con qualche nuovo prologo.
- Carino
- Di me,
Che farà egli?
- Davo
- Di me, voi siete pure
Rincrescevole, non vi pare assai,
Ch’io vi do tempo stornando per lui
Queste nozze?
- Carino
- Ma infin poi, Davo?
- Davo
- Che
Volete dunque?
- Carino
- La vorrei per moglie.
- Davo
- E questa è ben da ridere.
- Carino
- Se fai
Qualcosa, vien da me.
- Davo
- O a che fare?
Io non ci ho nulla in piè.
- Carino
- Ma pure se…
- Davo
- Orsu verrò.
- Carino
- Se ti accadesse alcuna
Cosa io sarò in casa.
- Davo
- Tu sta qui
Ad aspettarmi un poco, che io torno.
- Misida
- Perchè?
- Davo
- Perchè bisogna far così.
- Misida
- Spacciati.
- Davo
- O, dico, che io torno adesso.