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Questo testo fa parte della raccolta Rime (Cino da Pistoia)


     Angel di Dio simiglia in ciascun atto
Questa giovine bella,
Che m’ha con gli occhi suoi il cor disfatto.
     E di tanta virtù si vede adorna,
Che chi la vuol mirare,5
Sospirando, convielli il cor lasciare.
Ogni parola sua sì dolce pare,
Che là ove posa torna
Lo spirito che meco non soggiorna;
Però che forza di sospir lo storna,10
Sì angoscioso è fatto
Quel loco dello quale Amor l’ha tratto.
     Io non m’accorsi, quando la mirai,
Ch’Amore assaltò gli occhi, onde disfatto
Fuor dell’alma trovai15
La mia virtù che per forza lasciai;
E non sperando di campar già mai.
Di ciò più non combatto:
Dio mandi il punto di finir pur ratto.

     Ballata, a chi del tuo fattor dimanda,20
Dilli che tu lo lasciasti piangendo
E comiato pigliasti,
Che vederlo morir non aspettasti:
Però lui che ti manda
A ciascun gentil cor lo raccomanda;25
Ch’io per me non accatto,
Com’più viver mi possa a nessun patto.

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