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ANGELICA
ATTO I.
PERSONAGGI DEL PRIMO ATTO
il primo signore
il secondo signore
il terzo signore
arlecchino
dottor ballanzon
pulcinella
la padrona del caffè
gianduja
pantalone
stenterello
valerio
tartaglia
isabella
orlando
un operaio
una popolana
un contadino
una contadina
Piazza di una città imaginaria, in cui case, alberi, abitanti, costumi, rivoluzioni e governi sono un po’ semplificati. Al centro una fontana marmorea. Sulla fontana un cartello: «Comizio di protesta». Al fondo la casa di Pantalone. A destra un Commissariato di Polizia. Spicca a sinistra un piccolo caffè. Davanti all’ingresso tavolini rotondi e seggioline di ferro. La padrona del caffè asciuga e spolvera i tavolini con uno strofinaccio; ogni tanto qualcuno attraversa la piazza correndo 1. Fa caldo, l’aria è afosa. Il cielo è grigio.
I personaggi sono vestiti alla moderna, ma hanno però qualche accenno dei loro vecchi costumi. Arlecchino ha un panciotto a losanghe rosse, gialle e verdi; Pantalone un feltro nero a larga tesa rialzato, ecc. 2 I soldati e i personaggi della folla possono essere sostituiti da marionette.
primo signore
(È magro e scarno, ha la pelle butterata dal vaiolo, una paglietta sulle ventiquattro).
Per piacere un fiammifero.
secondo signore
(È grassoccio, ha un cappello duro, un vestito marrone e delle ghette. Gli porge la scatola di fiammiferi).
Pigli pure.
primo signore
Lei viene al comizio di protesta?
secondo signore
No, e lei?
primo signore
Neppure io.
secondo signore
Non c’è gran gente, mi pare.
primo signore
Fa caldo.
(Il secondo signore esce).
(Entra Arlecchino di furia).
primo signore
(Butta via la sigaretta e ne prende un’altra).
Scusi, un cerino per piacere.
arlecchino
(Non è servitore; è scultore. È giovane, bello elegante, pieno di brio. Parla anche troppo bene, e si ascolta. Ha lo sguardo ironico, la bocca cattiva, delle mani sensuali, un sorriso grazioso).
Ecco (gli offre la scatola). Che ora è?
primo signore (premuroso)
Le tre. Lei viene al comizio?
arlecchino
No davvero! C’è un comizio? Che interesse vuole che abbia per me un comizio?
primo signore
Lei è per l’ordine?
arlecchino
Sono un artista. Me ne infischio dell’ordine e del disordine. Amo le donne.
(Si siede ad un tavolino del caffè. Il primo signore continua a passeggiare fumando. Entrano il Dottor Ballanzon e Pulcinella).
dottor ballanzon
(È professore all’Università. Ha un doppio mento, un viso sorridente e un occhio duro da porco).
Che vergogna! Che scandalo!
pulcinella
(È deputato ministeriale, testa calva da romano, occhi di falco, e aspetto imponente. Ha l’aria di pensar sempre agli interessi generali, ma non si preoccupa che dei propri).
Che ripercussione avrà questo comizio in Borsa!
dottor ballanzon
Io dico con Goethe: «Piuttosto un’ingiustizia che un disordine!»
pulcinella
Mi rallegro, Professore, di constatare che l’Università è per l’ordine.
dottor ballanzon
Lei Onorevole, è ancora amico intimo del Reggente?
pulcinella
Ma si figuri, Professore! Il Reggente è ancora una potenza.
dottor ballanzon
Le mostrerò allora una lettera che il Reggente ha fatto l’onore di scrivermi.
(Prende una lettera nella tasca mancina).
pulcinella
Ah, ah! A proposito di che cosa, Professore!
dottor ballanzon
Vorrebbe nominarmi Rettore dell’Università, Onorevole.
pulcinella (leggendo)
Non potrebbe fare scelta migliore!
dottor ballanzon
(rigirandosi e dando un’occhiata intorno)
C’è qualcuno che ci sta a sentire, Onorevole!
pulcinella
È meglio andarcene.
(Escono, entra il secondo signore).
secondo signore (al primo)
Buongiorno! Non c’è ancora nessuno!
primo signore
Nessuno! Sono curioso di vedere quel che succederà!
(Accende una sigaretta).
secondo signore
Ah! ha comperato dei fiammiferi?
(Entra un terzo signore. È vivace, loquace, minuto, giovane, troppo gentile. Sorride, fa dondolare la canna di bambù, ha uno stuzzicadenti all’angolo della bocca).
terzo signore
È qui il comizio?
primo signore
Anche lei viene al comizio?
terzo signore
Oh, no! Venivo a vedere.
secondo signore
Anch’io.
primo signore
Che ne dice lei, della situazione?
terzo signore
Che è eccellente. La città non è mai stata così felice e così libera! Il commercio e l’industria non sono mai stati così prosperi!
primi due signori (assieme)
Proprio così.
primo signore
Che ne pensano loro di questa nuova legge?
terzo signore
Che legge?
primo signore
Quella che dà al Reggente il diritto di godersi tutte le ragazze del regno che gli piacciono?
terzo signore
Io, signori, non mi occupo di politica (esce).
primo signore
Che pare, a lei, di quel signore?
secondo signore (ridendo)
Che non pensa una parola di quel che dice.
primo signore
Ahi Ah! Ci intendiamo a volo! Posso offrirle qualcosa?
secondo signore
Grazie, volentieri.
(Si seggono ad un tavolino. La padrona porta loro due caffè).
arlecchino
Angelica! Angelica!
voce di angelica
Come! Sei tu Arlecchino?
arlecchino
Ritorno ora dal mio viaggio! Vorrei vederti!
voce di angelica
Ma non sai niente? Non posso uscire.
arlecchino
(si appoggia al bardo di una finestra bassa)
Ah! Ti vedo finalmente! Che bel vestito! Che sorriso inquietante! Come sono graziosi e dolci i tuoi movimenti! Hai più grazia di un pesce, che è l’animale più flessuoso della natura. Sei misurata nei gesti, come se tu fossi inquadrata in una scatola invisibile di cristallo. Darei tutto quel che ho di più prezioso al mondo per baciarti le mani!
voce di angelica
Imbecille! Domani devo sposarmi con Valerio, e il Reggente questa sera vuol applicare, in mio onore, il diritto di prime nozze.
arlecchino
Che sciocchezze dici? Questa legge non c’è mai stata da noi!
la voce di angelica
L’ha creata apposta per me. Ah! Ah!
arlecchino (molto turbato)
Sei dunque un po’ la fidanzata del Reggente?...
la voce di angelica
Per carità fa attenzione! Dappertutto ci sono spie.
arlecchino
Diavolo! Delle spie?!
angelica
Vattene in fretta.
arlecchino (allontanandosi dalla finestra)
Tutto è mutato. Non voglio mica che mi sospettino di essere comunista.
voce di angelica (allontanantesi)
Ah! Ah! Ah!
arlecchino (alzando le spalle)
In fin dei conti che m’importa? Il Reggente si diverte? Faccia pure, poiché lo può; Angelica è deliziosa, e lo capisco benissimo! Per me il mondo non è che uno spettacolo divertente e non mi voglio compromettere; non ho nessun obbligo di protestare per la morale, poiché non mi occupo che di estetica. Gli artisti sono gli amici naturali dei Re; se non ci fossero i Re, chi darebbe loro lavoro? Non è proprio il caso di guastarmi col Reggente il giorno in cui mi ha ordinato il suo busto.
(Esce).
primo signore
Delle grida! Che cosa succede?
secondo signore
C’è ancora del buono in questo popolo.
primo signore
Un Reggente non ha il diritto di cavarsi tutte le voglie che gli passan per la testa.
secondo signore
D’accordo, d’accordo.
primo signore
Lei trova ciò...
secondo signore
Mostruoso.
primo signore
E il Reggente...
secondo signore
Abbietto.
(Un silenzio).
primo signore (alzandosi)
Sono dispiacente, ma devo arrestarla. Sono un agente (tira fuori la tessera).
secondo signore (l’esamina attentamente)
Si, lei ha ragione, lei è un agente della polizia, lo devo riconoscere.
primo signore (in tono secco)
Mi segua.
secondo signore
Sono un agente anch’io (tira fuori la sua tessera).
primo signore (l’esamina attentamente)
Sì, è vero, anche lei è un agente.
secondo signore
Che mestiere però! (si asciuga il sudore col fazzoletto ).
primo signore
Lei ha ragione! Non se ne può più! Scovare i delinquenti, i ladri, gli assassini è pericoloso, ma ha i suoi lati divertenti. Dar la caccia a dei disgraziati che si lagnano di esser stati derubati o bastonati dagli amici del Reggente, non è un giuoco pericoloso, ma è stomachevole.
secondo signore
Rimanga fra noi: io penso che la gente di questa città ha ragione!
primo signore
Assolutamente ragione.
secondo signore
Tutti sono capaci di governare colla polizia!
primo signore
È il metodo più spicciativo. (Il terzo signore appare sulla porta).
Ma quello che mi stupisce è che la gente sopporti tutte queste cose! È possibile che abbia tanta paura?
terzo signore
Signori! Mi diano i loro nomi, sono un agente.
primo signore
Anche noi siamo agenti.
terzo signore
Lo so; ma io sono appunto incaricato della sorveglianza degli agenti...
(Un’ondata di popolo attraversa la piazza gridando: «Morte al Reggente!» e trascina con sè i tre agenti).
la padrona
Eh! Signori. Eh! Eh! Il conto!
(Entra Gianduja. È un buon commerciante. È ricco, corpulento, saggio, modesto e pauroso. Ha un viso tondo, delle grosse mani paterne, e una catena da orologio al panciotto).
gianduja
Chiudi bottega, cara mia. Quando in piazza c’è confusione, nessuno paga più.
la padrona
(Ė piccola, grassa, forte; ha gote piene e rosse come mele d’inverno; brontolona, ma un cuor d’oro)
Ne ho piene le tasche! Che urlino, che schiamazzino, che facciano delle rivoluzioni, che si divertano colle ragazze (rientra nel caffè continuando a brontolare) tutto ciò non mi riguarda. Sono una brava donna che non si occupa di politica; ma non vedo con che diritto gli agenti se ne vanno via senza pagare quei che bevono.
(Ricompare con un cartello su cui è scritto: «Si paga anticipato» e lo affigge alla porta).
(Entrano Pantalone e Stenterello).
pantalone (entra alzando le braccia al cielo)
(Grande industriale, il lavoro e le donne l’hanno emaciato. Ė pallido, vecchio, esitante; è uno scettico che si fa passare per uomo di principi. Ė vestito di nero, ha un grosso naso, delle mani lubriche ed una voce tremolante).
Nessuno ancora al comizio! Nessuno, eccetto te, Gianduja!...
gianduia (stringendogli la mano)
In verità, Commendatore, io...
pantalone
Angelica, la mia piccola Angelica sta per essere violata! E nessuno si sdegna! Nessuno ci aiuta!
gianduja (scuotendo la testa)
Chi ha paura non può sdegnarsi, Pantalone!
pantalone
Neppure il suo fidanzato! Neppure Valerio! Dove è andato? Ė tutta la mattina che lo faccio cercare e nessuno è riuscito a scovarlo. (Alla padrona) Un caffè..
la padrona
Si paga anticipato!
pantalone
(gettandole una moneta da una lira)
Stenterello! che cosa pensa lei di tutto ciò?
stenterello
(Ė un povero impiegato, spaventato, giallo, piccolo, magro, umile, sporco. Non è mai stato libero in vita sua, ha sempre dovuto vendere la sua anima per un boccone di pane).
Oh, Commendatore, pensare! Ė ben pericoloso!
Io sono un impiegato statale!
pantalone (sotto voce a Gianduja)
Sono ricco. I quattrini non mi varranno a nulla?
Sarebbe la prima volta in vita mia che vedo un caso simile.
(Entra Valerio, giovanotto mondano, gentile, futile, elegante, aria stanca).
valerio
Buon giorno, babbo. (Si siede). Un caffè.
pantalone
Finalmente! Dov’eri Valerio? Che cosa hai fatto? Non hai vergogna di lasciarci soli in un giorno come questo?
valerio
Mi sono disperato da solo! Ho pensato che era meglio. (Vede il cartello e getta una moneta sul tavolo). Si paga in anticipo, ora? 3
pantalone
Che cosa conti di fare?
valerio
Io?... (Tace). E lei?
pantalone
Vedi. Io mi dimeno, cerco di reagire.
valerio
Oh babbo! Lei è ammirevole. Ma lei è una forza, una forza indipendente. Io... io sono un povero diavolo senza mezzi. E conto far carriera in diplomazia.
(Entra un signore, ha l’aria importante, esita, poi fa cenno a Valerio).
valerio (abbassando la voce)
Babbo, Sua Eccellenza Tartaglia vuol parlarci. Viene da parte del Reggente.
pantalone (si alza in fretta)
Ah! ce forse modo di aggiustar le cose.
(Pantalone e Valerio si accostano a Tartaglia e parlano con lui a bassa voce. Entra il dottor Ballanzon che va a sedersi accanto a Gianduja).
dottor ballanzon
Che ne pensa lei, Cavaliere, di tutta questa storia?
gianduja
Che è mostruosa, Professore. Non ho paura di dirlo.
dottor ballanzon
Finalmente! Una coscienza libera! Lei non può immaginare quanto le sue parole mi rincuorano; questo regime non può durare; non ha alcun rispetto per l’intelligenza (prende una lettera nella tasca sinistra). Legga questa lettera dell’Accademia. Mi rifiutano il gran premio di storia, col pretesto che in alto si dubita delle mie opinioni politiche.
gianduia
Che infamia!
(Legge la lettera indignandosi e la ridà al Professore che la rimette nella tasca destra).
dottor ballanzon
E io sono un privilegiato! Un mio collega, professore di economia politica, è stato destituito, perchè nei suoi corsi ha sostenuto che in tempo di crisi, l’agricoltura è più importante che l’estetica.
gianduja
Ciò mi sdegna, Professore, ma non mi meraviglia. Ad un mio amico libraio hanno chiuso la bottega perchè aveva esposti nella vetrina troppi poeti stranieri.
tartaglia
(È sottosegretario di Stato. È piccolo, tozzo, agghindato, cammina a braccia larghe, la testa all’indietro, cercando di darsi un’aria distinta. Smanetta come se modellasse le frasi colle mani, e tartaglia).
L’assicuro, Co-commendatore, che il Reg-reggente ha per lei la più grande ammirazione.
pantalone
Il Reggente è molto gentile, Eccellenza, ma....
tartaglia
La considera uno dei pi-pi-pilastri della nazione, una delle co-co-colonne della nostra industria.
pantalone
Ne sono molto onorato, Eccellenza, ma... io penso però che....
tartaglia
Non vorrebbe in alcun modo nuocerle, Commendatore.
pantalone
Le sono assai grato, Eccellenza, ma....
tartaglia
Avrebbe anzi le migliori intenzioni di a-a-aiutarla, Commendatore.
pantalone
Ma io non ho bisogno di nulla, non chiedo nulla... chiedo solo, Eccellenza...
tartaglia
Il Reggente sarebbe favorevole a qualche momodi-modi-modificazione sulle ta- sulle tari- sulle tariffe....
pantalone (sobbalzando)
Sulle tariffe? Su quali tariffe?
tartaglia
Sulle tari- sulle tari- sulle tariffe....
pantalone (febbrile, fremente)
Ho capito, sulle tariffe, su quali tariffe?
tartaglia
Sulle tariffe doganali.
pantalone
Ah! Eccellenza.
tartaglia
Si potrebbero studiare delle ta-tari-tariffe, che rendessero impossibile l’importazione di ma-mamacchi-macchine da cucire americane.
pantalone
È evidente!
tartaglia
Lei sa, Commendatore, che le ma-ma-macchine americane costano meno, molto meno....
pantalone
Questa faccenda, Eccellenza, mi interessa assaissimo. Non tanto per me che sono abbastanza ricco per passarmela bene senza bisogno di guadagnar di più, ma per la mia industria, e sopratutto per il mio paese. L’industria è... come dire....
tartaglia
Il per- il per- il pernio economico, il centro morale.
valerio
La forza di espansione.
pantalone
La sorgente del benessere.
tartaglia
Sua Altezza, infatti, pensa che questa mo-modi-modificazione può fare il bene non solo dell’in-in-industria, ma di tutta la nazione.
pantalone
Sua Altezza è molto generosa. Eccellenza... ma...
tartaglia
Sua Altezza è convinta che questo di-di-diri-diritto che ha rimesso in vigo-vigore non può in alcun modo fe-ferire i sentimenti di un uomo moderno, libero dai vecchi pregiu-pregiudizi.
pantalone
Però... Ecco, vediamo, Eccellenza!
tartaglia
Sua Altezza sa che qualcuno di quei dema-demademagoghi che profittano di tutti i pretesti per turtur-turbare l’ordine, vuol fare oggi una ma-ma-manifestazione. È convinta che in questo scia-sciasciagurato complotto — che egli reprimerà con il massimo rigore — lei non c’entra in alcun modo....
pantalone
L’ordine e la disciplina, lei lo sa Eccellenza, sono per me una religione.
tartaglia
Ho un’idea, Co-co-commendatore, un’idea. Sua Altezza tiene in grande stima il signor Valerio. Credo che Sua Altezza sarebbe disposta a far qualcosa anche per lui. Forse che un’am-un’amb-
valerio (anelante)
Che un’amb....
tartaglia
Un’ambasciata.
valerio
Un’ambasciata sarebbe troppo per me, Eccellenza. Ma se Sua Altezza avesse la benevolenza....
tartaglia
Sua Altezza non si cura della gerarchia burocratica. Non c’è che una ge-gera-gerarchia per lui, quella dell’intelligenza.
(Strizzata d’occhio di Valerio a Pantalone).
pantalone
Noi non dimenticheremo mai che l’iniziativa è venuta da lei, Eccellenza.
(Tartaglia si inchina e esce).
pantalone (alzando le braccia al cielo)
È stato sordo a tutte le mie ragioni! Oh padre sfortunato! Oh figlia mia!
(rientra in casa con Valerio)
gianduja
Poveretto! Lo compatisco di tutto cuore (si alza). Vado a trovarlo.
dottor ballanzon
Cavaliere, non rimane al comizio?
gianduja
No, Professore. Non mi piace il disordine, i tumulti pubblici, le folle esaltate (entra nella casa di Pantalone).
(Della gente passa, si ferma un momento sulla piazza, poi seguita per la propria strada. Arlecchino si siede al tavolino accanto al dottor Ballanzon).
arlecchino
Buon giorno, Professore! Come sta? Sono assai lieto di rivederla. Lo spettacolo sarà divertente....
dottor ballanzon
Lo spettacolo? Quale?
arlecchino
Il comizio! Niente è così divertente per me quanto una rivoluzione, una folla indignata, una battaglia, delle passioni scatenate, degli uomini che si ribellano, dei capi che si impongono, dei vincitori, dei vinti, dei morti.... È la vita stessa che passa davanti ai nostri occhi, semplificata, ingrandita, come sulla ribalta di un teatro.
dottor ballanzon (amaro)
Fortunato lei, che può contemplare il fiume dall’argine.
arlecchino
Le hanno fatto qualche torto? Ha da lagnarsi di qualcosa? Ritorno oggi da un viaggio e non so niente di quanto succede in città.
dottor ballanzon
L’Accademia ha rifiutato di premiare il mio ultimo libro pretestando le mie opinioni politiche! Ne vuole la prova? (tira fuori dalla tasca di sinistra una lettera, ma non sceglie quella che dovrebbe).
arlecchino (leggendo)
«Mio caro amico, La prego confidenzialmente di farmi sapere se accetterebbe la carica di Rettore dell’Università...» (continua a leggere). Firmato: Il Reggente. (Il Professore arrossisce). Ma cosa mi
racconta? Vedo che lei è nelle migliori relazioni col governo.
dottor ballanzon
(riprendendo la sua lettera)
Hum! Ecco! Ma no, ma sì... Arrivederci (esce in furia).
arlecchino (ridendo)
Ah! Ah!... Un caffè.
gianduia e stenterello
(escono dalla casa di Pantalone e si avvicinano al caffè)
stenterello (stupito)
Perchè tante urla? Perchè tanti pianti? Non capisco proprio. Pantalone non perde la figlia, Valerio non perde la sposa e tutti e due si fanno delle relazioni preziose nel mondo politico.
(Entra Pulcinella piuttosto serio).
pulcinella (ad Arlecchino)
Le assicuro che non accadrà niente.
(Della gente attraversa la piazza indignandosi ad alta voce).
arlecchino
Per gli uomini politici non succede mai nulla.
gianduia
Il popolo non è tranquillo, Onorevole!
(Entra Isabella. È molto bella, molto elegante, molto sostenuta. Crede, perchè è bella, che non deve darsi alcuna pena per essere ammirata).
isabella (a Pulcinella)
Che fortuna; Onorevole, di trovarla. Tutti mi guardavano di traverso. Non osavo ritornare sola.
pulcinella (offrendole il braccio)
Non tema, signora! Ho il fiuto politico io! Il popolo non fa niente se non trova dei capi. E non ne troverà.
isabella
Tanto rumore per un pettegolezzo di nessun conto....
arlecchino
È un’ammiratrice del Reggente, lei?
isabella
Ah, sì. È un uomo politico di prim’ordine. Ha visto che begli occhi? È sempre vestito come un figurino! È così galante con le signore! Scrive dei versi d’amore così deliziosi.
(Pulcinella e Isabella escono a braccetto. Entra il Dottor Ballanzon).
dottor ballanzon
Ho fatto un giretto. La città non è tranquilla, Cavaliere. (Un silenzio).
gianduja
Sarebbe forse una buona occasione per....
arlecchino
Ah, sì per il grande spettacolo!
dottor ballanzon
Basterebbe un uomo....
gianduja
Un uomo che osasse.
arlecchino
Un eroe.
(Entra Orlando. È alto, forte, bello. Ha gli occhi chiari, sguardo benevolo, ma un po’ amaro. È molto semplice; dice le cose come le pensa; porta la spada).
orlando
(Si avvicina a Gianduja con molto garbo).
Buon giorno, signori. Posso chieder loro che cosa avviene in questa città? Vedo un cartello minaccioso e molta gente di cattivo umore.
arlecchino
Chi è lei? Donde viene? E’ del paese delle maschere?
orlando
I miei amici mi chiamano: «l’uomo che resiste»; i miei nemici: «il cittadino che protesta» e la maggior parte della gente: «Orlando».
arlecchino
Mai sentito nominare.
gianduja
Mai sentito nominare.
dottor ballanzon
Mai sentito nominare.
(Entra la padrona).
arlecchino
Eh! padrona, ha mai visto lei l’«uomo che resiste»?
la padrona
Nel nostro paese? Mai. Un caffè?
orlando
No, una frittata, del pane, del vino, quel che ha. Ho fame
la padrona
Lei è forestiero?
orlando
Ahimè, non ho più patria, da quando cerco quella in cui non regna l’ingiustizia..
arlecchino
Cercare una cosa simile! Che strana idea!
orlando
Qualche volta mi domando infatti se non sono matto quanto l’eroe di cui porto il nome.
gianduia (molto fiero)
Orlando! Orlando furioso! So che cosa è, è un poema dell’Ariosto.
arlecchino
La storia di un cavaliere errante.
dottor ballanzon
E anche lei si batte in duello per le belle signore disgraziate, beve alle fontane incantate, vola sugli ippogrifi, crede alla virtù delle ragazze e alla buona fede dei nemici?
orlando
Non mi faccio troppe illusioni sugli uomini, cerco però di aiutare i più deboli. Quasi tutti si burlano di questa vocazione un po’ stramba; qualcuno mi ammira, nessuno mi capisce. Lottare contro la ingiustizia e la violenza è per me assai
facile; non ho ambizioni, non desidero onori, non aspiro al potere, e la ricchezza mi è indifferente.
gianduja
Lei è un uomo forte.
orlando
Sono un uomo libero.
(La padrona gli porta una frittata, del pane e del vino su di un vassoio).
In tutti i casi sono un uomo che ha molta fame! Per lottare contro le ingiustizie bisogna mangiare.
la padrona
Si paga anticipato. Dieci lire.
(Orlando paga).
arlecchino
È simpatico.
gianduja
Sa parlare. Saprà anche agire?
(Si sentono grida lontane) 4
orlando
Ma che cosa succede in questa città?
(Il Primo Signore passa, Gianduia, il Dottore, e Arlecchino si strizzano gli occhi).
dottor ballanzon
Niente di speciale, tutto va sulle rotelle, vi ci si sta d’incanto. (Il Primo Signore esce).
orlando (mangiando)
La spia se n’è ita. Lor signori possono parlar più chiaro.
arlecchino
Magnifico! Come sa lei che quel signore era una spia?
orlando
È molto tempo, ahimè, che faccio della politica!
arlecchino
E da che cosa arguisce che noi non lo siamo?
orlando
Non l’arguisco affatto. Lei potrebbe benissimo essere una spia. Ci sono certi momenti in cui metà degli uomini onesti di un paese si fanno spie, e l’altra metà rinuncia ad avere un’opinione per paura che qualcuno la conosca. Ma se si pensasse sempre ai pericoli che si corrono, non si farebbe mai nulla.
gianduja
E chi dice che anche lei non sia un agente?
orlando (ridendo)
Se fossi un agente, avrei l’aria grave, ragionevole, per bene, e loro avrebbero la massima fiducia in me.
arlecchino
Ha ragione!
gianduja
Vuole che le racconti quel che è avvenuto? Sarò obbiettivo. Or sono quattro o cinque anni tutti si lagnavano del governo. Avevamo un Re per la grazia di Dio e una monarchia legittima. Ma come tutte le monarchie legittime....
orlando
Era debole.
gianduja
Debolissima. Ha perduto parecchie guerre e colle guerre le colonie. Il popolo era scontento; il Re abdicò. Fu nominato un Reggente.
orlando
Che cos’era questo signore prima di diventare Reggente?
arlecchino
Era poeta.
orlando
Poeta? Mettono i poeti a capo del governo in questo paese?
gianduia
Non siamo noi che ce l’abbiamo messo....
orlando
E chi allora?
il dottor ballanzon
I generali.
orlando
Strano paese! Che cosa si può sperare da un governo di generali e di poeti?
gianduja
Nulla, siamo d’accordo. Questa volta però i generali s’erano serviti del poeta per arrivare al potere senza esporsi troppo; ma il Reggente li ha fatti subito ghigliottinare tutti.
orlando
Ha dell’energia, il vostro poeta!
gianduja
Disgraziatamente la sua saggezza si è limitata a questo: conquistato il potere non ha pensato che a goderselo. Si è fatto una corte di donne. Fa colazione coll’oppio, desina coll’haschisch, cena con la cocaina. Non beve che champagne, sogna e impone le più strane costituzioni del mondo, che non rispetta mai. Non ci sono più leggi. Da che lui è al potere vige il regime dell’arbitrio. Le spie, gli agenti di polizia, i traditori pullulano; le persone dabbene scompaiono; gli scrittori non hanno più tempo di scrivere libri, obbligati come sono a scrivere le lodi del Reggente in tutti i toni; il commercio è arenato perchè tutto quel Che si guadagna va a ungere gli amici del Reggente....
orlando
Mi avevan detto che il Reggente è molto severo su questo capitolo.
gianduja (abbassando la voce)
Sì, sì, ma c’è sempre la risorsa dell’ombrello.
orlando
Dell’ombrello?
gianduja
Ecco, ci sono delle pene severissime per gli impiegati o gli amici del governo che si lasciano corrompere; si può sempre però, quando il sole splende, andare al Ministero coll’ombrello sotto il braccio e scommettere 50.000 lire coll’impiegato che deve decidere dei vostri affari, che fra dieci minuti pioverà....
orlando
E il Reggente?
gianduja
Il Reggente, ogni tanto ci fa un discorso fiorito nel quale parla: di Febo e di Giove. Discorre sempre della morte, e fa tutto il giorno baldoria; due giorni fa, ha ristabilito a favore del sovrano il «jus primae noctis» su tutte le ragazze che gli piacciono e ha prevenuto i cittadini, che oggi per la prima volta userà del suo diritto con Angelica, la più bella ragazza del paese, che deve sposare Valerio.
orlando
E voi permettete un simile affronto?
arlecchino
Non lo permettiamo, ma tutto andrà come se lo permettessimo.
orlando
Oh, non crediate che ciò mi meravigli! Un piccolo male nostro ci par tanto più grave che le grandi disgrazie altrui! Angelica è dunque così bella?
arlecchino
Ha dei grandi occhi neri, è il solo punto di repere in questa bellissima ragazza. Non si vedono che gli occhi, tutto il resto si intravede appena; in lei tutto è meravigliosamente provvisorio; non prende un’attitudine, la traversa. Non ci si ricorda delle parole con cui si esprime, ma solo delle idee e della musica della sua voce. E’ sempre nell’approssimativo, e niente è così preciso quanto questo mormorio vago. È una stella filante, Orlando.
orlando
È così bella e l’abbandona? L’ama e l’abbandona?
arlecchino
Chi le ha detto che l’amo?
orlando (con dolcezza)
Lei non farà mai nulla per Angelica; parla troppo bene lei (guarda Gianduja). Lei neppure! Lei è buono, ragionevole e savio, ma ha paura, perchè è ricco (guarda il dottore). Lei neppure, è troppo legato al potere e alle decorazioni che concede. Ebbene, l’aiuterò io.
i tre assieme
Lei? Lei? Che farà lei?
orlando (alzandosi)
A che ora il Reggente dovrebbe venire a prendere Angelica?
gianduia (eccitato)
Alle quattro.
orlando
Chi ha avuto l’idea del comizio?
dottor ballanzon (inquieto)
Suo padre, Pantalone.
orlando
Perchè non è qui?
dottor ballanzon
Perchè ha parlato cinque minuti con un messo di Sua Altezza.
orlando
Capisco, l’hanno comprato. Su chi si può contare in questa città? Sui borghesi? Sui nobili? Sugli intellettuali?
arlecchino
Sul popolo, perchè è sentimentale.
orlando
I borghesi hanno tutti paura?
dottor ballanzon
Non amano il disordine.
orlando
I nobili?
gianduja
Non hanno tempo, sono occupati tutto il giorno negli sports.
orlando
Gli intellettuali?
arlecchino
Hanno troppo bisogno del governo!
orlando
Bene!
(Tira fuori la spada, e la batte fragorosamente sul tavolo, gridando).
Holà! Holà! Il comizio incomincia. Padrona! una casseruola di rame! Holà! Holà! cittadini, venite tutti: popolani! contadini! operai! borghesi! commercianti! letterati! proprietari! uscite dalle vostre case! Riuniamoci tutti in piazza!
la padrona
(Gli porta una grande casseruola lucente. Entusiasta).
Quanto è bello!
gianduja
E’ matto. Si fa metter dentro in un batter d’occhi.
arlecchino (battendo le mani)
E’ delizioso! bravo!
dottor ballanzon
Io me la svigno.
Orlando (urlando)
Venite tutti. Tutti assieme siete potenti e numerosi. Non se ne vada, professore! non rischia niente, se resta al suo tavolino. Venite signore spie! venite commissari di polizia! Questo comizio è anche per voi, come per tutti gli altri, poiché anche voi siete degli uomini e avete un cuore e un cervello.
primo signore (entra in gran fretta)
Signore! Lei non può aizzare il pubblico alla rivolta contro lo Stato.
orlando (dall’alto della sua grandezza)
Ma sì, signor Commissario, vede bene che lo posso..
primo signore
Le intimo il fermo.
orlando (urlando)
Venite! venite su signori! Vede bene che non mi ferma.
primo signore
(Tirando fuori il suo revolver e puntandolo su Orlando).
In nome della legge...
orlando
(Con un colpo di spada gli fa saltare in aria il revolver).
Di quale legge? (Giungono dei popolani, dei borghesi). Siate numerosi e sarete forti! Nessuno vi torcerà un capello. Il comizio è cominciato. Holà! Holà!
primo signore
In nome della legge di questa città....
orlando
Nessuno ha diritto di commettere illegalità in nome della legge.
primo signore
Lei è troppo intelligente.
orlando
Desolato di non poter dire altrettanto di lei. (Il Primo Signore tira fuori un fischietto dalla tasca. Orlando stende il primo signore per terra con un pugno). E’ una cosa da nulla, portatelo nel caffè. (Due uomini portano il Primo Signore dentro al caffè).
la padrona (scatenata)
Bravo! Ha ragione. (La folla cresce).
pantalone (si affaccia alla finestra)
Che c’è?
orlando
Ecco, vedo là degli uomini forti! Venite avanti! Si faccia avanti lei, quel giovane operaio che ha l’aria così intelligente! Si faccia avanti, lei quella ragazza cosí bella! quell’operaio dalla faccia risoluta! quel contadino che ha l’aria cosí furba! quel bottegaio che sembra cosí onesto! Venite, venite tutti. Non abbiate paura. Basta che non abbiate paura, per far spavento ai nemici (si china verso la padrona). Quello là è Pantalone?
la padrona
Sì, per l’appunto.
orlando (sempre battendo sulla casseruola)
Venga, signor Commendatore. Si tratta di salvare la sua figliola.
(La folla si accalca attorno a Orlando).
un operaio
Hai visto come ha cazzottato lo sbirro?
una donna del popolo
Quelli sono pugni!
(Entrano il Secondo e il Terzo Signore e tentano di giunger fino ad Orlando).
secondo signore
In nome della legge, l’arresto.
Terzo Signore
Fate largo, devo passare. (lotta contro la folla)
orlando
Non si arrestano i galantuomini, signori agenti! Voi sapete meglio di me che il Reggente non ha alcun diritto di violare le vergini di questa città; perchè gli tenete mano? Credete con ciò di esser utili al vostro paese? No, neppur voi lo credete; anche voi siete degli uomini, dei disgraziati come noi, fate quel mestiere come ne fareste un altro... per vivere. Permettete che vi aiuti un poco e non battetevi contro le vostre leggi.
(Getta loro due borse piene d’oro).
i due signori
Ha voluto corromperci! (Intascano l’oro)
un contadino (pieno di ammirazione)
E’ ricco!
una contadina
Sono monete d’oro!
gianduja (stupito)
Come? E’ ricco?
dottor ballanzon
E’ ricco! E’ ricco! (Mormorii di ammirazione, la folla aumenta).
orlando (un po’ amaro)
Che fa, se sono ricco?
primo signore
Ci segua.
(Il Primo e il Secondo Signore si dibattono nella folla. Entra Pulcinella).
stenterello (a Orlando)
Quello lì è Pulcinella, deputato ministeriale.
(Entra Tartaglia).
Quello è Tartaglia, sottosegretario di Stato.
tartaglia
pulcinella
Non ne vale la pena, è un matto. Tutto si aggiusterà.
orlando
Eccovi infine tutti riuniti, voi a cui l’ingiustizia ripugna! Grazie di esser venuti! Grazie a lei, Eccellenza, grazie a lei, Onorevole!
(Degli agenti arrivano correndo, molti fischi si incrociano. La folla reagisce).
Voi vi chiedete chi sono? Venga, venga, Commendator Pantalone! Sono un uomo come tutti voi, null’altro che un uomo che ha il coraggio di dire quello che tutti pensano.
la folla
Bravo! Bravo!
orlando
Voi avete un Reggente, questo Reggente non rispetta le leggi che ha fatte. Vuol violare le ragazze del vostro paese, colla scusa che così si faceva seicento anni or sono.
arlecchino
E’ lo spunto di uno dei suoi drammi!
orlando
Permetterete voi un simile affronto?
la folla
No! No!
Abbasso il Reggente!
orlando
Signor sottosegretario di Stato, venga con noi!
Se cambia partito a tempo, può ancora diventare ministro nel gabinetto dell’opposizione.la padrona
Viva Orlando!
la folla
Viva Orlando!
orlando
Tutti voi avete dei figli. Guardate Pantalone: è un padre (Pantalone cerca di nascondersi, Valerio lo segue).
stenterello (piano a Orlando)
Quello è Valerio, il fidanzato,
orlando
Fra voi ci sono degli innamorati. Guardate Valerio: è un fidanzato. Ecco una famiglia distrutta per i capricci di un tiranno.
la folla
E’ orribile!
Povera gente!
E’ un borghese!
Che importa?
orlando
I governi hanno il dovere di governare.
la folla
Bravo!
E’ vero!
orlando
Fra un’ora il Reggente verrà qui per impadronirsi di Angelica. Siate pronti! Armatevi! Difendetevi! Difendiamoci!
la folla
orlando
Andiamo, amici, andiamo nei vostri quartieri. Andiamo a cercare delle armi! E ricordatevi bene di ciò: Angelica è la libertà!
la folla
Bravo!
(Moti, fischi, trombette, grida. La folla travolge gli agenti e si allontana con Orlando).
gianduja (in primo piano solo)
Meglio un disordine che un’ingiustizia.
- ↑ Pitoeff ha aggiunto un giovane popolano che passeggia suonando sul violino delle arie popolari che la padrona canticchia.
- ↑ Pitoeff ha risolto il problema vestendo tutti i personaggi di colori chiari e vivaci, intonati fra loro e con lo scenario (che ha un fondo giallo-rossiccio con una punta bleu di mare), aggiungendo a ciascuno, anche agli operai e ai contadini, un cenno significativo e visibile del personaggio che rappresentano.
- ↑ Qui Pitoeff ha fatto entrare la Padrona che portando il caffè a Valerio, passa davanti a Stenterello e lo offre anche a lui. Stenterello rovescia le tasche per far vedere che non ha un solido
- ↑ A questo punto Pitoeff fa staccare Gianduja e il Dottor Ballanzon dal gruppo, per montare la guardia se qualcuno viene...