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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Francesco Maria Redi
VIII
Aperto aveva il Parlamento Amore
Nella solita sua rigida Corte,
E già fremean sulle ferrate porte
L’usate guardie a risvegliar terrore.
5Sedea quel superbissimo Signore
Sovra un trofeo di strali, e l’empia Morte
Gli stava a fianco, e la contraria sorte,
E ’l sospiro e ’l lamento appo il dolore.
Io mesto vi fui tratto e prigioniero:
10Ma quegli, allor che in me le luci affisse,
Mise un strido displetato e fiero;
Poscia egli aprì l’enfiate labbra, e disse:
Provi il rigor costui del nostro impero;
E il Fato in marmo il gran decreto scrisse.
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