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Pe le Concrusione imparate all'ammente Er gioco der lotto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1830

AR SOR AVOCATO PIGNÒLI FERRARO

2.

     Chi ne sapeva un c...., sor Tomasso,
Che parlàvio todesco1 in sta maggnera?2
E me vorrìa peddio venne in galera,3
Si su cquer coso4 nun parévio5 l’asso.

     Li Marignani6 che stàveno abbasso
Cór naso pe’ l’inzù, fanno moschiera;7
Perchè propio dicéssivo8 jerzéra
Certe sfilate che nemmanco er Tasso.

     E come er predicà nun fussi gniente,
Ce partite9 cór Santo10 e cór sonetto,11
Da fà vienì a l’invidia un accidente.

     Quello però che ve vò fà12 canizza,
È la gola de quarche abbatinetto13
Ch’averà da restà senza la pizza.14

18 agosto 1830.


Note

  1. [Parlavate tedesco, cioè “latino.,]
  2. [In questa maniera.]
  3. Mi vorrei vendere in galera: vorrei andare in galera. Ma forse la frase deriva da un antico vendersi realmente por galeotto, per rematore.]
  4. [Se su quel coso: su quella cattedra, o altro simile.]
  5. [Non parevate.]
  6. [V. la nota 3 del sonetto precedente.]
  7. ["Non parlano,„ perchè, non potendo dir male di voi, non vogliono neppure dirne bene. Far mosca, per "far silenzio,„ è anche fiorentino. Ma in romanesco, quando si vuol dare maggior caricatura al discorso, si dice moschiera.]
  8. [Diceste.]
  9. [Ci partite: venite fuori anche ecc. Cfr. vol. VI, pag. 208, nota 5.]
  10. Il foglio delle Conclusioni. [Sul quale era forse lo stemma papale, o davvero l'immagine di qualche santo. — V. la nota 1 del sonetto precedente.]
  11. La dissertazione latina. [Come qualunque poesia, così qualunque altra cosa che si stampi o si reciti in simili occasioni, agli occhi de' Romaneschi diventa facilmente un sonetto.]
  12. [Vi vuol fare.]
  13. [Abatuccio, abatonzolo.]
  14. Le pizze [le focacce] di rubrica. ["Nell' aula della Cancelleria, i novelli Avvocati Concistoriali tengono pubblica disputa e conclusione,... e dispensa di essa in istampa; e come gli Uditori di Rota fanno il donativo della pizza di marzapane, ornata e vagamente dipinta, al Papa ed agli altri cui tocca, insieme ai fiaschetti di aleatico, scatole di confetti, berrette, e guanti di pelle bianchi.„ Morosi, Dizion., vol. III, pag. 305.] Il Gnoli rispose il medesimo giorno con due sonetti in vernacolo ferrarese. [V. su lui anche il sonetto: L'ariscombùssolo ecc., 3 genn. 47.]

Note

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