< Caccia e Rime (Boccaccio) < Rime
Questo testo è stato riletto e controllato. |
C. Se la fiamma degli occhi, ch’or son sancti
◄ | Rime - XCIX | Rime - CI | ► |
C.
Se la fiamma degli occhi, ch’or son sancti1,
Et che per me fur dardi et poi catene,
Mortificasse alquanto le mia pene
Et rasciugasse e grevi et lunghi pianti,
Io udirei quelli angelici canti,5
Ch’ode chi vede il sommo et vero bene2,
Né vagando anderei drieto alla spene3,
Ch’in questa vita molti ne fa erranti.
Ma essa, eterna, le cose mortali
Disdegna, et ride del pensier fallace,10
Che mi sospinge dov’ognor più ardo;
Per che temo che mai alle mia ali
Non verran penne, che a tanta pace
Levar mi possan dal mondo bugiardo4.
- ↑ In paradiso.
- ↑ Dio.
- ↑ La speranza dei beni terreni.
- ↑ «Che, levandomi dal pensiero delle cose mondane, mi lascino alla meditazione delle celesti.»
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.