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LXXXI.
AD ANTONIO PUCCI1.
Due belle donne nella mente Amore
Mi reca spesso, l’una delle quali
È di bellezze et di virtute eguali2,
Et l’altra un poco di tempo maggiore.
Ma del vestir di ciascuna ’l colore5
In habito la mostra diseguali3;
Per che mi dice parole cotali,
Qual udirai apresso, ’l mio signore4: —
Questa leggiadra et gaia giovinetta
Pulzella è veramente; l’altra poi,10
Di brun vestita, vedova dimora.
Ma perché amar non possonsi a un’hora,
L’una convien ti sia donna per noi:
Tosto dì quale amar più ti dilecta — .Fonte/commento: editio maior
In ciò da me non so prender consiglio;15
Però ricorro a te: dimmi qual piglio.
RISPOSTA D’ANTONIO PUCCI.
Tu mi se’ intrato sì forte nel core
Colle tue dolci rime naturali,
Che tutti i mie’ disiri temporali
Son di servirti,Fonte/commento: editio maior et non d’altro tenore.
Bench’io d’ogn’esser5 sia di te minore,5
Com’io saprò così ti dirò: — sali, —
Poiché Amor di sì fatti segnali
Ti dice: — Piglia qual ti par migliore. —
Se ’nnanzi ch’e’ sospinga la saetta
Ti dà le prese6 ne’ dilecti tuoi,10
Prendi ’l vantaggio et a poter l’onora.
Chi di fanciulla vergine innamora
Con dubbio segue gli sembianti suoi,
Però che rado attien quel che prometta.
Onde io ti dico, come a padre figlio,15
Che per la vedova abandoni il giglio7.
- ↑ Alla disputa svolta nella tenzone, cioè qual donna sia meglio amare, una vedova o una vergine, si offrono numerosi riscontri nelle letterature medievali, tra cui uno a dirittura boccaccesco (Filocolo, III). Potrebbe dunque trattarsi qui di argomento puramente convenzionale; ma può anche sospettarsi che nella vedova di brun vestita (v. 11) si asconda un riflesso del reale amore del Boccacci per la vedova di cui parla il Corbaccio. In tal caso la tenzone apparterrebbe al 1354.
- ↑ È singolare, come più giù (v. 6) diseguali.
- ↑ Cfr. XXIX, 12, e la n. 2 a p. 72.
- ↑ Amore.
- ↑ «Sotto ogni aspetto.»
- ↑ «La scelta della mossa.»
- ↑ La pulzella.