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XXIX. S’io ti vedessi, Amor, pur una volta
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XXIX.
S’io ti vedessi, Amor, pur una volta
L’arco tirar et saettar costei,
Forse ch’alcuna speme prenderei
Di pace, anchor, della mia pena molta;
Ma perché baldanzosa lieta et sciolta5
La veggio et te codardo in ver di lei,
Non so ben da qual parte i dolor miei
S’aspectin fine o l’anima ricolta1.
Ogni suo acto impenna un de’ tuo’ strali,
Che diss’io un? ma cento: et il tuo arco10
Ognor a trapassar mi par più forte.
Vedi ch’io son senz’armi, diseguali2
Al poter tuo, et, se non chiudi il varco,
L’anima mia, ch’è tua, sen vol’ a morte.
- ↑ Intendasi: «l’anima s’aspetti ricolta», che vale quanto l’espressione sen vol’ a morte del v. 14.
- ↑ È singolare, come in LXXXI, 6, e frequentemente nell’uso boccaccesco.
Note
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