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XIII. Il folgor de’ begli occhi, el qual m’avampa
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XIII.
Il folgor de’ begli occhi, el qual m’avampa
Il cor qualor io gli riguardo fiso,
M’è tanto nella mente, ov’io l’ò miso
Spesso, segnato con eterna stampa,
Ch’invan, caro signor1, ogn’altra vampa5
Ver me saetti del tuo paradiso:
Questo m’allegra, questo m’à conquiso,
Questo m’uccide, questo anchor mi scampa.
Dunque, ti prego, al tuo arco perdona,
Et bastiti per una avermi preso,10
Ch’assai è gran legame questo et forte.
Et mentre ’l tuo valor la sua persona
Farà più bella, sì come testeso,
Mai non mi scioglierà se non la morte.
- ↑ Amore.
Note
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