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PER ALBO.
AL BARONE NATOLI.
Salendo un giorno de la tua Messina
Una collina,
Vidi per l’aure pingersi una strana
Fata Morgana:
Da un lato apparve un luminoso soglio
Nel Campidoglio,
Ov’era assisa una persona onesta
Col serto in testa;
Parve dall’altro un ideal Sultano
Nel Vaticano:
Questi con man, che benedir dovea,
Maledicea.
E a quel dissidio un popolo guardava
E minacciava.
Ma sorto a un tratto un impeto di vento,
Svanì il portento:
Dai visceri dell’Etna usciano fuori
Cupi rumori;
Bollía di sotto il mar vertiginoso
Senza riposo.
Vólto di novo all’etere lo sguardo,
Vidi il vegliardo
Abbracciarsi quel re con un sorriso
Di paradiso:
E fuso il Campidoglio in modo strano
Col Vaticano,
Il popolo esultò, quetaron l’acque,
E l’Etna tacque.
Fata Morgana, dipingesti il vero,
O il mio pensiero?
Brescia, 8 maggio 1862.