< Canti (Sole)
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Al sepolcro di un amico
Le due madri Pensieri poetici sulla eloquenza del foro penale


AL SEPOLCRO DI UN AMICO



Invano a le odorate aure d’aprile
     Per te ne’ campi si risolve il verno:
     Sui redivivi fiori, alma gentile,
     Non cadran gli occhi tuoi chiusi in eterno
     A la rosea del sole onda vital!5

          Tu come nuove biancheggiar le nevi
               Per le nostre natie balze Lucane,
               Scossa la polve de la via movevi
               Ignote ad abitar piagge lontane,
               A spirar la celeste aura immortal.10

Fra le stesse indomate ansie crudeli,
     Onde il tuo frale nel perir gemea,
     L’alma presaga de’ materni cieli
     Serenamente dal tuo sguardo ardea
     Cercando il sole che non ha mattin.15

          Pietoso il ciel ti consentia tranquilla
               L’intelligenza de’ supremi istanti,
               Perchè maggior de la soffrente argilla,
               La croce al fianco e la speranza innanti,
               L’alma valesse a l’eternal cammin! 20


O mio diletto! Un esule che torni
     Al caro sole de la patria valle,
     Riguarda forse ai luminosi giorni,
     Che gli raggiano ancor dopo le spalle
     Da le montagne de l’estranio suol?25

          Ma noi, sedenti ne l’esiglio ancora
               Al di qua de le nubi e de la vita,
               Noi più deserti plorïam qualora
               Un’alma amica di quaggiù partita
               Stringa dietro al compagno angiolo il vol!30

Perchè ne l’ora de l’estremo addio,
     Ora di pace e di pietà profonda,
     Quando pendevi fra la terra e Dio,
     Io del tuo letto non premea la sponda
     L’ultimo bacio a ricambiar con te!35

          Oh, perchè lunge in solitarie prode
               Questo diletto del tuo cor vagava,
               Allor che il suon de la funerea lode
               Sovra i singulti del dolor s’alzava
               Del tuo ferètro lagrimato al piè!40

Con che devota tenerezza avrei
     Ribaciata la tua fronte leale!
     Come gravi di affanno i versi miei
     Echeggiati sarien per le tue sale
     Ne la tregua del pianto e del dolor! 45


          E con che fede non ti avrei seguito
               A quegli alberghi, onde nïun reddiva!
               Con che terror nel lagrimevol rito,
               Che a te le porte di sotterra apriva,
               Sparsa la tomba non ti avrei di fior!50

Or posa in pace; e limpida quïete
     Su le ceneri tue piovan le stelle:
     Io da fosche agitato ire segrete
     Non so qual porto da le mie procelle,
     Nè qual sepolcro su la terra avrò:55

          Ma sempre, ovunque, mi vivrà nel petto
               Cara memoria de’ perduti amici,
               E del tuo generoso unico affetto,
               Che ne’ pallidi miei giorni infelici
               Di cotanto dolor mi allevïò!60

Aprile 1857.

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