< Canti del Friuli
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Riposo

XVIII.




Villotte



na villotta giunge da lontano
2sopra il dorato mareggiar del grano:

            «Ogni dì jeve il soreli,
            ogni gnot al va a durmì;
            ma ch’al jevi opur ch’al vadi
            6lui mi viod simpri a vaì.»

Trilla un istante limpida, e si perde
8via per il prato silenzioso e verde.

Ma tosto sale dal prato fiorito
10gaia risposta al grazioso invito:

            «Tu ses mate tu ninine
            a vignì daur di me:
            quand che il fûc al bruse l’aghe
            14ancie jo ti sposi te.»

Trilla un istante, e svanisce lontano
16sopra il dorato mareggiar del grano.



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