Questo testo è completo, ma ancora da rileggere.
Questo testo fa parte della raccolta Scritti editi e postumi


LA CANZONE DELLA SERA

DELLO STRANIERO


DI WERNER



Io scendo dalla montagna, e la valle riposa, e il mare romoreggia; io vado ramingando tacito e malinconico, e un sospiro sempre dimanda: – dove?

Il Sole qui mi par freddo, e i fiori appassiti, e vecchia la vita; e l’idioma che gli uomini parlano, uno strepito discorde: – io sono dappertutto straniero.

Dove sei, o mia terra diletta, cercata, presentita, e non mai conosciuta? o mia terra così bella, e verde di speranza? o terra dove le mie rose fioriscono?

Dove erano le mie visioni, dove i miei morti riposano? la terra che parla il mio linguaggio, ed ha tutto ciò che mi manca?

Io vado ramingando tacito e malinconico, e sempre un sospiro dimanda: – dove? – E l’aure riportano indietro il sospiro, che dice: – dove tu non sei, là fiorisce la felicità.

― 18381

  1. Dalla Viola del Pensiero, Anno I.


Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.