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Costei che già di mille amanti e mille Qualor le labra a le tue labra accosto
Questo testo fa parte della raccolta Leonardo Quirini

II

TRISTEZZA DELLA VITA SENZA AMORE

     Care fatiche e fortunati affanni
fûr quelli ch’io soffersi allor ch’amai;
or che libero son, colmo di guai
consumo i dí miseramente e gli anni.
     D’amico sen fra i dilettosi inganni
riponmi, Amor; ché del mio sole a’ rai
l’estinto foco ravivando omai,
vo’ riparar de la tua face i danni.
     Prega dunque, signore (e fien tuoi preghi
lingue de le mie fiamme), il viso amato
che di nova catena il cor mi leghi;
     ché fra due belle braccia, or che n’è dato
ch’al giogo antico il mio pensier si pieghi,
fia dolce libertá l’esser legato.

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