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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
CASTER-ZANT'-ANGELO
Quer bùggero1 llì sotto ar piedestallo
Dell’Angelo, in ner mezzo de Castello
Che ppare un cuppolone de cappello O un zetaccio2 o una forma de timballo,3
C’è cchì ddisce ch’è mmaschio,4 bbuggiarallo!,
Come li sassi avessino l’u......!
Eppoi, l’antro ch’è ffemmina indov’ello,5
Pe’ ppoté ffà la razza e mmaritallo?
Quer che cce cricca,6 se7 fa ppresto a ddillo,
Ma pprima de poté méttesce er bollo,
’Ggna8 dàjje tempo e staggionà er ziggillo.
Una spesce llaggiù dde Ponte-mollo!9
È Mollo un c....; e cchi llo vò ccapillo,
Se lo vadi a ffà ddà tra ccap’e collo.
6 gennaio 1832
- ↑ [Quel coso grosso.]
- ↑ [Setaccio: staccio.]
- ↑ Vivanda di riso. [Non sempre. Si fa anche di ricotta, di patate, di spinaci, ecc., e corrisponde perfettamente al “budino„ dei Fiorentini. Il nome di timballo proviene dall’essere la forma o budiniera, in cui si fa, quasi sempre a foggia di mezzo globo, come que’ tamburi detti appunto timballi]
- ↑ Il maschio del Castello.
- ↑ Dov’è [ello = egli]?
- ↑ Piace.
- ↑ Si.
- ↑ [Bisoggna.]
- ↑ Ponte molle o milvio.
Note
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