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Che disgrazzia! L'inzogno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

CE CONOSCEMO

     Bella zitella che ffate a ppiastrella
Cor fijjo der Ré,1 pss,2 dite, nun sbajjo?
Sete voi quella che la date a ttajjo,
Viscin’all’arco della Regginella?

     Pasciocchettuccia3 mia, quanto sei bbella!
Ahù, fedigo fritto,3 spicchio d’ajjo,3
Quanno che vvedo a voi tutto me squajjo3
In acquetta de cul de rondinella.

     Eh voi, s’aggiusta inzomma sto negozzio?
Se poderebbe fà sto pangrattato?4
Me crepa er core de vedevve in ozzio.

     Ma ssèntila! nnun vò pperchè è ppeccato!
Oh ddatela a d’intenne ar zor Mammozzio:
Gallina che nun becca ha ggià bbeccato.5

12 ottobre 1830 - De Pepp’er tosto

  1. Detto popolare.
  2. Suono di chiamata.
  3. 3,0 3,1 3,2 3,3 Modi accarezzativi.
  4. Accordo.
  5. Proverbio.

Note

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