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V
DISFIDA DELLE ACQUE E DELLE AURE
cedete a l’acque belle,
che vi son pur sorelle,
gli alteri vostri vanti.
aure V’adornan molti fregi,
acque, ma quando ardite
entrar con l’aure in lite,
pèrdono i vostri pregi.
acque Noi siam tesor del prato,
argento fuggitivo,
zaffiro molle e vivo,
diamante distillato.
In petto a le montagne
filze di perle fine
e serpi cristalline
sembriam per le campagne.
aure E noi, spirti vitali,
che scorriam gli elementi,
quasi angeliche menti,
con invisibil ali,
figlie de l’aria pura
e nunzie de l’aurora,
e compagne di Flora
e sospir di natura.
acque Noi degne che ne rubi
il Sol di man dal mare,
e n’alzi a trionfare
sul carro de le nubi.
aure Noi possiam da’ suoi raggi
i corpi altrui schermire,
quand’ei piú scalda l’ire
nei lunghi suoi vïaggi.
latte che nutre l’elci,
nettare de le selci,
manna degli orti ameni;
noi, vita d’ogni stelo
e specchio ai boschi folti
e pittrici dei volti
e ritratti del cielo.
aure Noi, penne degli odori
e linguaggio d’aprile
e musica gentile
a cui ballano i fiori;
e noi, fiato del mondo,
che spira al spirar nostro:
che piú? flagello vostro,
che vi scote dal fondo.
acque Ben sète ingiuriose,
aure mormoratrici,
aure vendicatrici;
ben sète ingiuriose.
aure Deh, garrule, tacete,
voi che giá cominciaste,
voi che ne provocaste,
temerarie ben sète!
aure | Or cessino gli sdegni, | |
acque | né si cerchi vittoria; |
di sí congiunti regni.