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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
CERTE CONDANNE...
Tu cconoschi che ppecora è Ggiorgino,
E ssi è ffigura d’acciaccà un pidocchio:
Ebbè, perch’era amico der facocchio
L’hanno fatto legà pe’ ggiacubbino.
Tutto pe’ cquella faccia d’assassino
Pe’ cquella spia che lo tieneva d’occhio.
Sì cche lo vojjo dì: Bbiascio Scazzocchio,
Lui me l’ha ccaluggnato; e cc’indovino.
Sò annata inzino a bbuttamme pe’ tterra
Davanti a Mmonziggnor Logotenente,1
Pe’ rraccontajje chi mme fa sta guerra.
Sai c’arispose lui? “Via, nun è ggnente:
Tratanto er fijjo tuo vadi in galerra,
Ch’è ssempre in tempo a uscì cquanno è innoscente.„
Roma,3 dicembre 1832
- ↑ Luogotenente del Governatore-Direttor Generale di polizia di Roma.
Note
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