Questo testo è incompleto.
Er parto de la mojje de Mastro Filisce Li scopatori imbrojjati
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

CH'EDÈRA?1

     Quanno Adamo azzardò cquella maggnata,
Nun usava salame né ppresciutto,
E mmanco se conniva2 co’ lo strutto
In gnisuna viggijja commandata.

     Dunque è una cosa vera e cconcertata3
Che cquer c’ar monno ha rruvinato tutto
Nun ha ppotuto èsse antro4 c’un frutto.
Ma cquale poi? Cqui sta la bbuggiarata.5

     Chi vve disce una mela, chi una pera,
Chi una nespola: e intanto de sti matti
Gnisuno è bbono a indovinà cch’edèra.

     Io ggiurerìa6 pe’ mmé cche dda la mojje
Lui pijjassi7 una fica, perchè infatti
Se coprì cquel’affare co’ le fojje.

25 dicembre 1835

  1. Che era?
  2. Si condiva.
  3. Accertata.
  4. Essere altro.
  5. Difficoltà.
  6. Giurerei.
  7. Pigliasse.

Note

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